Vi racconto una storiella: Lo scorpione e il cristiano. Se volete, potete anche ascoltarla sul sito www.bibbiaoggi.it
Si racconta che un cristiano si era seduto a meditare e pregare sulla riva di un ruscello. Quando aprì gli occhi, vide uno scorpione che era caduto nell'acqua e lottava disperatamente per stare a galla e sopravvivere. Pieno di compassione, il cristiano immerse la mano nell'acqua, afferrò lo scorpione e lo posò in salvo sulla riva. L'insetto, per ricompensa, si rivoltò di scatto e lo punse provocandogli un forte dolore. Il cristiano tornò a meditare, ma quando riaprì gli occhi, vide che lo scorpione era di nuovo caduto in acqua e si dibatteva con tutte le sue forze. Per la seconda volta lo salvò e anche questa volta lo scorpione punse il suo salvatore fino a farlo urlare per il dolore. La stessa cosa accadde una terza volta. E il cristiano aveva le lacrime agli occhi per il tormento provocato dalle crudeli punture alla mano. Un contadino che aveva assistito alla scena esclamò: «Perché ti ostini ad aiutare quella miserabile creatura che invece di ringraziarti ti fa solo del male?». Il cristiano rispose: «Perché seguiamo entrambi la nostra natura: lo scorpione quella fisica, io quella spirituale. Lo scorpione è fatto per pungere, io sono fatto da Dio per aiutare gli altri e per avere misericordia».
L’apostolo Paolo scrive ai cristiani di Efeso: “Noi siamo opera di Dio, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.” (Efesini 2,10).
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