Nel condominio dove abito, una gatta ha partorito 4 gattini dietro un grande climatizzatore di una struttura riabilitativa. Li abbiamo visti uscire assieme alla madre quando erano ancora piccolini. Li abbiamo visti giocare tutti e quattro assieme, mentre la madre andava in cerca di cibo e tornava poi ad allattarli. Sono diventati la gioia di tutti, soprattutto dei bambini. Un giorno, mentre giocavano, si sono avventurati su un muretto, e uno di loro è caduto nel vano dei garage sottostanti, profondo circa 5 metri. Non c’era modo per lui di arrampicarsi e tornare assieme agli altri. Non c’era modo nemmeno per noi di prenderlo e restituirlo alla madre, perché quando ci vedeva, si spaventava, fuggiva via e si nascondeva nell’intercapedine di un muro. Miagolava di continuo, giorno e notte, perché voleva la madre. Tutti portavano da mangiare, ma lui non smetteva di miagolare. Era come se piangesse. Per circa 10 giorni, la madre è ritornata ogni giorno sul muretto assieme agli altri gattini, che allattavano e giocavano.
Allora abbiamo pensato: Che madre anaffettiva! Perché non va giù dal suo gattino? Alla fine siamo riusciti a catturarlo in una gabbia coperta, per non spaventarlo. Lo abbiamo portato dove erano gli altri e lo abbiamo liberato. Dopo qualche giorno, la madre ha lasciato i suoi quattro gattini, diventati ormai grandi, e se n’è andata. Non era una madre cattiva. Ogni giorno andava sul muretto assieme agli altri gattini perché quello era il suo modo per dire al figlio: Sono qui, non ti ho abbandonato!
Una bella storia con tanti insegnamenti. Io voglio soltanto dirti questo. Quando ti trovi in situazioni difficili o sei caduto in un “pantano”, come dice il Salmo, e vedi Dio assieme agli altri, sappi che il Signore non ha smesso di volerti bene e di starti accanto, ma ciò che vedi è semplicemente un suo modo per dirti: Sono qui, non ti ho abbandonato, io non me ne vado finché non sei risalito.