Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Dopo la rivolta sanguinaria contro i Romani, iniziata nell’anno 66 dopo Cristo, Tito Flavio, figlio dell’imperatore Vespasiano, prende Gerusalemme nel 70: il tempio viene distrutto, la Menorah o candelabro a sette bracci viene portata a Roma dai soldati romani (come testimonia l’Arco di Tito che si trova ai Fori Imperiali), migliaia di ebrei vengono uccisi o venduti come schiavi. È la fine di un’epoca e del giudaismo che conosciamo dai vangeli. Più di venti anni dopo, nel 95 dopo Cristo, diversi farisei, tra cui il rabbino Johanan ben Zakkai, si riuniscono a Jamnia (o Javné) e riescono a dare un nuovo impulso al giudaismo. Alcuni studiosi dubitano che si sia tenuto un sinodo a Jamnia ma concordano nel riconoscere la riorganizzazione e lo sviluppo del giudaismo dopo la distruzione di Gerusalemme. Mentre altre correnti giudaiche (sadducei, esseni) erano state travolte dalla guerra dei Romani, il fariseismo sopravvisse, e il giudaismo da quel momento in poi diventa un giudaismo farisaico. A Jamnia l’assemblea dei rabbini ebrei fissa un calendario liturgico, unifica il culto della sinagoga, riconosce il canone delle Sacre Scritture (i 22 libri del canone ebraico sono gli stessi 39 libri che noi abbiamo nell’Antico Testamento). A Jamnia i rabbini prendono pure dei provvedimenti che vietano ai cristiani di partecipare alle preghiere e al culto della sinagoga, viene introdotta nelle diciotto benedizioni una preghiera contro i cristiani, considerati infedeli. La rottura tra giudaismo farisaico e cristianesimo diviene così definitiva, e il cristianesimo è considerato una setta rifiutata dal giudaismo. Qualche secolo più tardi saranno i cristiani a far chiudere le sinagoghe e a prendere i luoghi di culto degli ebrei. Nonostante il contrasto e la rottura, tra giudaismo e cristianesimo ci sono sempre stati molti punti in comune: la lettura delle Scritture antiche, la lettura dei Salmi, il culto e le preghiere rivolte a Dio. Del tempio e dei sacrifici levitici i cristiani ne fanno ben volentieri a meno, perché con la venuta di Gesù e il suo sacrificio in croce tutto è stato portato a compimento, ma non rinunciano agli insegnamenti dell’Antico Testamento.


Ciò che distingue veramente un cristiano da un giudeo è senza alcun dubbio la fede in Gesù Cristo. Il nome “cristiani” è dato per disposizione divina ai discepoli di Gesù solo dopo la sua risurrezione dai morti, ad Antiochia (Atti 11,26), ma ancora non basta per distinguerli dal giudaismo. All’inizio, e per diverso tempo, i cristiani appaiono ai pagani e alle autorità romane come una setta all’interno del giudaismo. All’inizio Pietro e Giovanni vanno al tempio di Gerusalemme per pregare, così pure tanti altri. In qualunque città dove si reca, l’apostolo Paolo (il fariseo convertito a Cristo sulla via di Damasco) predica prima nelle sinagoghe degli ebrei, asserendo che Gesù è il Messia promesso dalle Scritture e atteso da Israele, e poi si rivolge ai pagani. Una prima rottura tra cristiani ed ebrei (e tra cristiani e giudaizzanti) emerge quando i pagani (ellenisti) sono accolti nella chiesa, come si evince dalla riunione di Gerusalemme (Atti 15) e dalla controversia con i giudaizzanti.


Ben presto nascono chiese in tutto il Mediterraneo allargato, da Gerusalemme a Roma, da Antiochia a Corinto, ma tutte queste chiese, diverse per cultura, sensibilità e situazione storica ed economica, sono chiamate ad essere unite secondo il Nuovo Testamento (Efesini 4), formando così quell’unica chiesa voluta da Dio. Sospinte dallo Spirito Santo, tutte queste chiese sentono il bisogno e il dovere di predicare la buona notizia (Evangelo) di Cristo nel mondo: con entusiasmo e con zelo, da campo di missione diventano chiese missionarie. Il Cristo risorto dona lo Spirito Santo per animare le sue comunità e stabilisce dei ministeri al servizio di tutti i cristiani: non una gerarchia, ma una pluralità di doni e di ministeri per l’edificazione della chiesa, che è il corpo di Cristo.


Secondo il libro degli Atti degli Apostoli, la chiesa, o assemblea formata da coloro che ascoltano e accolgono la chiamata di Dio, si riunisce nel nome di Gesù, poiché lo riconosce come salvatore e lo confessa come Cristo e Signore, ed è animata dallo Spirito Santo. Tra gli aspetti che caratterizzano le riunioni dei primi cristiani ci sono la lettura e l’ascolto delle Sacre Scritture (accanto all’Antico Testamento cominciano a nascere i primi scritti del Nuovo Testamento) e le preghiere al Padre nel nome di Gesù. Luca riporta alcuni aspetti del loro stare assieme: “Erano assidui nell’attendere all’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nello spezzare il pane e nelle preghiere” (Atti 2,42). La comunione fraterna è molto sentita e praticata. Il modo di vivere dei primi cristiani, semplice ma vero e potente, rivela la loro fede in Gesù Cristo.

Paolo Mirabelli

17 aprile 2023

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.