Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Felix Mendelssohn (1809-1847) nacque da una famiglia ebraica. Suo nonno si chiamava Moses ed era un filosofo. Suo padre si chiamava Abraham, era un ricchissimo banchiere, e sua madre Leah; anche essa proveniva da una famiglia di banchieri. Mendelssohn visse nell’agiatezza, ma non nella sfrenatezza e nell’eccesso. Si dice di lui che fu un uomo che visse con sobrietà, modestia e senso della misura. Si dice che la ricchezza lo rese libero da tanti limiti e condizionamenti, ma egli riuscì ad essere libero anche dalla ricchezza, non ne fu imprigionato o reso schiavo: non la disdegnava ma la dominò sempre. La famiglia di Mendelssohn era frequentata dalle personalità più eminenti della cultura tedesca dell’epoca, tra cui Goethe, il più grande poeta tedesco. Dai genitori ricevette una educazione rigorosa: lo aiutarono a coltivare i talenti che aveva e lo abituarono a non sprecare il tempo e i doni che aveva ricevuto. A quell’epoca la piaga dell’antisemitismo era già diffusa in Germania. Il padre allora di Mendelssohn ritenne di far battezzare i figli alla “religione cristiana”, così Mendelssohn divenne membro della chiesa luterana tedesca. Però quella conversione forzata, voluta dal padre per tutelare i figli, divenne col tempo per lui una cosa seria: Mendelssohn maturò l’idea che con l’approdo al cristianesimo non aveva perso nulla della fede dei padri, anzi era come se la fede dei padri avesse trovato il suo pieno compimento. Il grande interesse di Mendelssohn per l’apostolo Paolo, prima Saulo da Tarso, mostra come egli trovasse in lui una figura di riferimento: sulla via di Damasco, Saulo aveva scoperto che il messaggio di Gesù Cristo era il compimento del messaggio dell’Antico Testamento, e che il Signore dei cristiani era lo stesso Signore che si era rivelato ai patriarchi e ai profeti dell’Antico Testamento. Mendelssohn si sposò ed ebbe cinque figli (tre maschi e due femmine). Il suo fu un matrimonio felice. Dedicava molto tempo e con gioia alla sua famiglia. Amava stare con i figli e dialogare con loro, soprattutto nei giorni di pioggia quando erano tutti impediti di uscire di casa. Insegnava ai figli ad avere dei valori, che egli stesso cercava di trasmettere con la sua vita. Quando dialogava con i figli, alle loro “mille domande assennate”, egli cercava di dare delle risposte vere, non sciocche, evasive o fantasiose, o peggio ancora menzognere. Si dice che riuscì a trovare il giusto equilibrio tra il suo essere musicista, padre e marito. Uno che conquista il mondo e perde colpevolmente la sua famiglia ha capito poco della vita. Quando il re di Prussia gli affidò un incarico importante a Berlino, mentre egli svolgeva già un lavoro a Lipsia, si rese conto che lo stipendio che percepiva era sproporzionato rispetto al lavoro che svolgeva, allora chiese che gli venisse ridotto lo stipendio berlinese. La vita di Mendelssohn fu interrotta da una morte precoce per una emorragia cerebrale: morì a soli trentotto anni.


Mendelssohn amava molto leggere e meditare la Bibbia. Si dice che quando viaggiava (e viaggiava spesso) la sua prima preoccupazione era quella di procurarsi un pianoforte e una Bibbia. La sua non è una musica profana, come si dice comunemente, ma è una musica che fa continuo riferimento alla Bibbia, che interpreta in musica le storie della Bibbia o si ispira ai suoi valori e insegnamenti. Nel 1830 compose una sinfonia denominata La Riforma, che alcuni considerano il manifesto musicale del protestantesimo, per celebrare il trecentesimo anniversario (1530-1830) della Confessione Augustana. Il tema della coscienza costituiva per Mendelssohn un valore centrale. Il secondo libro della Bibbia, il libro dell’Esodo, si apre con l’obiezione di coscienza di due donne, di due levatrici che si rifiutarono di eseguire l’ordine disumano del faraone di uccidere tutti i figli maschi degli ebrei. La coscienza ebbe anche un grande ruolo in Lutero. Quando alla Dieta di Worms del 1521, di fronte a Carlo V e alla autorità politiche ed ecclesiastiche, gli fu chiesto di ritrattare le sue posizioni teologiche, Lutero rispose: “Se non sarò convinto tramite le testimonianze della Scrittura e chiare ragioni, io sono vinto dalla mia coscienza e prigioniero della Parola di Dio”. Mendelssohn compose numerose opere su testi biblici o su testi ispirati alla Bibbia. Molti sono i Salmi messi in musica. Forse il più famoso è il Salmo 128, che gli fece acquistare la fama di musicista “qui ambulat in lege Domini”. Compose opere su Gesù (Cristo, tu agnello di Dio; Gesù, mia gioia). Al profeta Elia, che sfidò e si misurò con i profeti e sacerdoti di Baal nella prova del fuoco, dedicò un’opera. Forse però l’opera musicale di Mendelssohn che più mostra la sua ispirazione dalla Bibbia ed esprime la sua “teologia musicale” è il Paulus, la conversione di Paolo sulla via di Damasco.

Paolo Mirabelli

19 maggio 2022

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.