Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Se oggi chiediamo a qualcuno “che cos’è la verità?”, è molto probabile che ci risponda così: “Non credo che esista una verità, ognuno ha la sua verità; tu hai la tua, io ho la mia verità; se qualcuno crede che una determinata cosa sia vera, allora quella cosa per lui è vera”. Questo modo di pensare, che nega l’esistenza di una verità oggettiva, è tipico della nostra cultura, soprattutto fra i giovani. Questo relativismo dilaga tra la gente attraverso i social media. Negli ultimi due secoli è avvenuto un grande cambiamento nel pensiero umano: il XX secolo ha prodotto quello che in molti chiamano “la morte della verità”.


Questo nuovo paradigma si è sviluppato prima in Europa e poi in America. Prima di questo nuovo modo di ragionare (che forse non è poi così nuovo!), il nostro pensare funzionava secondo quello che possiamo chiamare modo lineare o ancora più semplicemente criterio degli opposti: se questa cosa è vera, allora il suo contrario è falso; se questo è giusto, il suo opposto è sbagliato. Per le filosofie e le religioni orientali invece non è così, o non sempre è così. Il ragionamento filosofico e religioso orientale segue un modo circolare, che riflette il pantheon delle divinità pagane: ogni divinità ha la propria verità; il dio della guerra e il dio della pace sono entrambi portatori di verità. Le contraddizioni non sono un problema, poiché sono solo apparenti. Ogni cosa è vera: le diversità nelle opinioni dipendono dal diverso punto di vista o di osservazione e dalle diverse soggettività.


Negli ultimi secoli sono successe tante cose che hanno prodotto e avuto come esito il cambiamento di paradigma sulla verità. Le numerose scoperte scientifiche hanno spesso smentito o contraddetto degli insegnamenti della chiesa medievale, basti pensare al caso Galileo. E la gente ha cominciato a pensare che la chiesa avesse torto e la scienza ragione. E poiché in molti identificano la chiesa con la Bibbia (o addirittura con Dio), la gente si è convinta che la Bibbia in fondo non sia altro che uno dei tanti libri del passato, che riflette una cultura e degli insegnamenti superati per l’uomo d’oggi. Dopo Darwin e la sua teoria sull’origine delle specie, le persone si sono convinte che Dio non c’entri nulla con il mondo e la creazione. La natura è del tutto indipendente da Dio: è come una macchina che si muove da sola senza alcun autista. Le cose che accadono sono del tutto spiegabili con la fisica e la chimica. Le azioni dell’uomo sono il risultato della genetica e dei condizionamenti ambientali. Ovunque si celebra l’International Darwin day. Niente contro gli scienziati, ma Darwin viene celebrato come un “santo” dalla cultura e dagli uomini di scienza, e la sua teoria insegnata nelle scuole come unica verità scientifica. Dopo Darwin e le continue scoperte scientifiche, che bisogno abbiamo più di Dio? Rimane pur sempre il cielo, si dice: ma la nostra cultura è totalmente ripiegata sull’oggi e su questo mondo (hic et nunc, qui e ora). Non c’è più spazio per l’aldilà, per il trascendente, per Dio, per la vita dello spirito; e il cielo è solo il retaggio o il rimpianto dei nostri sogni da bambino. Oggi c’è grande fiducia dell’uomo nell’uomo, nelle capacità umane. E questo porta a dire che l’uomo da solo, senza il rimando a una verità altra da lui, una verità venuta dal cielo, sia sufficiente a capire l’universo e la vita. C’è però una contraddizione tra ciò che si nega (non esiste una verità rivelata) e ciò che si afferma (l’uomo da solo è capace di svelare i misteri dell’universo e di restituirci un futuro luminoso). A quanto pare, l’unica verità certa è la capacità umana di fare tutto, ci vorrà solo tempo, e di conoscere ogni cosa.


Questo nuovo paradigma rappresenta una tentazione e una sfida per il cristiano, che è chiamato a vivere nel mondo ma non secondo il mondo. È evidente che l’uomo e la natura hanno preso il posto di Dio. È evidente che togliere di mezzo Dio e la Bibbia significa avere piena libertà di fare ciò che si vuole, senza dover dare conto a nessuno. È evidente che accogliere il relativismo persino nelle chiese significa cercare una giustificazione alla frammentazione del cristianesimo e alle differenti e, spesso, contrastanti dottrine e visioni della vita. Oggi chi oserebbe dire a qualcuno che ciò che egli fa sia sbagliato o peccato? Questo nuovo modo di ragionare, e di far credere che in fondo non esista alcuna verità, non è altro che un vecchio trucco di qualcuno (satana), che se ne serve per far credere agli uomini che “sarete come Dio”. Secondo la Bibbia, non è la prima volta che si nega la verità: ne parla Isaia, Geremia e altri. I cristiani sanno che la perseveranza nelle parole di Gesù fa conoscere la verità e dona la libertà; sanno che Gesù è la verità.

Paolo Mirabelli

18 gennaio 2020

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.