Il tempo, dice la Bibbia, appartiene a Dio, che lo scandisce con le festività, nella storia d’Israele; con la venuta del Regno, la presenza di suo Figlio, nella storia degli uomini; e con la presenza dello Spirito, nel tempo della chiesa. Il cristiano non può disporre in piena autonomia del suo “vivere sotto il sole” (Qohelet). Se piace al Signore e saremo in vita, faremo questo o andremo nella tale città, dice Diacono nella sua lettera. Nel vangelo di Marco si dice che il tempo è giunto a compimento perché il Regno di Dio è vicino. Nel tempo della chiesa Gesù, il Signore, che è il centro del tempo, continua ad essere presente fino alla fine dei tempi (Matteo 28), fino al tempo ultimo: quando il tempo stesso cederà nuovamente il posto all’eternità. Il tempo della chiesa è anche il tempo dello Spirito: per mezzo di lui le nostre preghiere e il nostro culto travalicano il tempo e lo spazio per giungere al Padre. Ancora Davide, nel Salmo 3, fa esperienza del suo vivere la notte dicendo: “Mi sono coricato, ho dormito e mi sono risvegliato, perché il Signore mi sostiene”. L’uomo non basta per spiegare il suo esistere e il suo vivere quotidiano. È il Signore che ci sostiene persino nei tempi ordinari della vita, di giorno e di notte.
A Mosè Dio dice: “Togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è luogo sacro” (Esodo 3), vale a dire è uno spazio abitato dalla presenza di Dio. Nella tradizione biblica ogni spazio o luogo o tempo abitato da Dio diventa sacro. Il Dio che si è rivelato, che ha rotto il suo silenzio per comunicare con l’uomo, non è una divinità murata nel suo “splendido isolamento”. Egli ha abitato con un popolo prima sotto una tenda e poi in un tempio per un tempo. È venuto in mezzo a noi nella persona di Gesù, l’Emmanuele, colui che è “Dio con noi”, perché quel tempo e quello spazio segnassero l’ingresso di Dio nella storia e nella vita dell’uomo. Gesù è entrato nelle città e nelle case per incontrare l’uomo nel suo tempo, nei suoi spazi e nelle situazioni concrete della vita. il cristiano deve ascoltare sempre di nuovo la parola di Gesù rivolta a Zaccheo: “Oggi devo albergare a casa tua” (Luca 19). Ogni giorno è l’oggi del Signore. Ogni giorno dobbiamo permettere al Signore di entrare a casa nostra e nella nostra vita. Dobbiamo fare in modo che questo avvenga. Creiamo degli spazi e delle occasioni che stabiliscono un contatto con il Signore, come può essere una pagina di calendario con un testo biblico e una meditazione da leggere o una preghiera assieme ad altri. E non facciamo come Marta che, pur avendo Gesù a casa sua, era indaffarata per le cose di questo mondo. Ogni tanto, lasciamo da parte le faccende della vita e sediamoci ai piedi di Gesù per ascoltare la sua Parola di vita. La vita è anche disciplina. Non c’è vera libertà senza disciplina. Perciò mettiamo ordine nella nostra vita, nelle cose da fare e diamo a Gesù la priorità.