Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Da quando Ernst Käsemann ha detto che “il canone del Nuovo Testamento non fonda l’unità della chiesa” è finito il tempo in cui si ricerca l’unità ed è iniziato il tempo in cui si legittima la diversità delle confessioni. Si accettano oggi una quantità di confessioni diverse l’una accanto all’altra, che si succedono l’una all’altra, che si collegano l’una con l’altra, che si separano l’una dall’altra, che si dividono l’una contro l’altra. Il ragionamento che si fa è il seguente. Il Nuovo Testamento non ha un insegnamento unitario, ma presenta divergenze dottrinali differenti su molti punti fondamentali: dalla cristologia ed ecclesiologia ai differenti piani di salvezza. Paolo predica la giustificazione per fede, Giacomo per opere. A Corinto c’è un’ecclesiologia di tipo carismatico, nelle lettere Pastorali (Timoteo e Tito) ministeriale. Nei sinottici Gesù è il Messia servo, in Giovanni colui che è sceso dall’alto. Persino la croce ha significati differenti nel Nuovo Testamento. Non stupisce allora che ci siano chiese che enfatizzino la conversione o la santificazione e altre i valori etici del Sermone sul Monte; chiese carismatiche e altre istituzionali; chiese che danno attenzione all’apocalittica e chiese che s’impegnano nel mondo. Come dire, se tutti bevono alla stessa fonte, è la fonte che dà acqua differente: frizzante e naturale, dolce e amara. La disarmonia e disunità del Nuovo Testamento determina e giustifica la pluralità di chiese, diverse e divise.


Le cose stanno proprio così? Innanzitutto va detto che non tutto ciò che le chiese insegnano trova un fondamento biblico. Ci sono, inoltre, chiese che mettono in evidenza soltanto alcuni elementi del Nuovo Testamento, perché li giudicano fondamentali, e ne tralasciano nell’ombra tanti altri. Ma procediamo per ordine: prima l’unità del Nuovo Testamento. Prendiamo il caso dell’ecclesiologia perché più semplice da trattare. Secondo alcuni, ci sono diversi modelli di ecclesiologia nel Nuovo Testamento. Ora è vero che nella chiesa di Corinto si parla di carismi e non si fa alcun accenno agli anziani, mentre nelle Pastorali si menzionano vescovi e diaconi. Come si spiega questa differenza? La chiesa è un organismo vivente, paragonabile a un essere umano. Ognuno di noi segue il percorso di vita: dalla nascita, passa attraverso la fanciullezza, l’adolescenza, e arriva fino alla vecchiaia. Ora nel corso della vita, l’uomo è un bambino che gioca, un ragazzo che si fidanza, un giovane che si sposa, un padre con figli, un vecchio stanco. A quale fase della vita corrisponde il modello di uomo? A tutte. Nel progetto di Dio, l’uomo è tutto questo. Egli è uomo quando è giovane e quando è vecchio. Quando pensiamo all’uomo, dobbiamo avere in mente l’intero corso della vita, dalla nascita alla morte. Così è della chiesa, organismo vivente. Il modello di chiesa non è soltanto Corinto o le Pastorali, bensì è tutto ciò che emerge dal Nuovo Testamento. Corinto non presenta un tipo di chiesa e le Pastorali un altro tipo. Corinto e le Pastorali presentano l’unico modo di essere chiesa, con carismi e ministeri, donati da Dio quando e come egli vuole.


L’unità non va ricercata in ciò che le chiese fanno o insegnano, ma in ciò che il Nuovo Testamento insegna. L’insegnamento di una chiesa potrebbe anche non corrispondere all’insegnamento della Scrittura. Non vale qui l’equazione: chiesa uguale Scrittura. Già nei testi del Nuovo Testamento si registra la presenza di tendenze contrastanti e inconciliabili, ciascuna delle quali rivendicava la prerogativa di essere vera e autentica. I giudaizzanti sostenevano l’urgenza di porre la circoncisione accanto all’Evangelo. I circoli gnostici proponevano una gnosi superiore per la salvezza, che Paolo rifiuta come “pseudo gnosi” e, nella lettera ai Colossesi, stigmatizza come “filosofie ed elementi del mondo”. Nelle prime comunità non sussistono soltanto problemi etici, ma anche dottrinali. E il canone (norma, misura) dell’unità per tutte le chiese è l’insegnamento degli apostoli, ricevuto da Gesù e trasmesso alle chiese, prima oralmente e poi negli scritti ispirati del Nuovo Testamento. Motivo per cui Paolo esorta a ubbidire “al tenore (typon) dell’insegnamento trasmesso”, a custodire “la sana dottrina”, ad attenersi “al modello delle sane parole” e alla “norma alla quale si ubbidisce”, contrapposta alle dottrine eterodosse professate da “uomini settari”. Giovanni nelle sue lettere avverte contro gli spiriti seduttori e l’anticristo. L’apostolo Paolo non esita a condannare la divisione di Corinto per i partiti creati nella chiesa, contrari all’unità dei cristiani. Non si capisce allora come si possa dare al Nuovo Testamento la responsabilità ultima delle divisioni tra le chiese. Come nell’Eden, l’uomo scarica sugli altri la colpa del proprio peccato.

Paolo Mirabelli

01 dicembre 2017

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“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.