Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

“In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati.” (Atti 4,12). Che la salvezza dell’uomo si ha soltanto per mezzo di Gesù Cristo è un dato incontrovertibile e una affermazione certa e costante che ritroviamo nel Nuovo Testamento. La promessa della benedizione di tutti in Abramo trova il suo compimento e significato nella benedizione di tutti in Cristo.


Ma su che cosa si fonda la mediazione unica di Gesù Cristo?  Si fonda sull’opera di creazione e redenzione di Gesù Cristo. Il Nuovo Testamento sostiene che tutto ciò che esiste è stato creato per mezzo di lui, o meglio: tutto è stato creato in lui, per mezzo di lui e in vista di lui (Colossesi 1,15-20). E lo stesso testo paolino afferma che questa causalità di Cristo nella creazione è in relazione con la mediazione salvifica. In 1 Timoteo 2,5-6 la mediazione unica di Gesù Cristo è messa in relazione con la volontà salvifica universale di Dio: uno è Dio e uno è il mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù Cristo. Nel discorso tenuto dall’apostolo Paolo ad Atene, all’Areopago (Atti 17,22-31), appare evidente che la conversione a Cristo implica una rottura con il passato. Di fatto le religioni hanno condotto gli uomini all’idolatria. Ma anche la filosofia non è giunta alla conoscenza del vero Dio. E l’uomo si è trovato nella condizione di ricercare Dio a tentoni. L’anelito e il bisogno del cuore dell’uomo di conoscere e amare il vero Dio è rimasto inappagato. È con la parola della predicazione del Vangelo che arriva all’uomo la risposta al suo bisogno. Il Nuovo Testamento ci mostra sia l’universalità della volontà salvifica di Dio e sia il vincolo della salvezza con l’opera redentrice di Gesù Cristo, unico mediatore. Gli uomini raggiungono la salvezza soltanto in Gesù Cristo. Questo messaggio è diretto a tutti gli uomini senza eccezione. Pertanto, né una limitazione della volontà salvifica di Dio, né l’ammissione di mediazioni parallele a quella di Gesù, né tantomeno un’attribuzione di questa mediazione universale ad un presunto “logos eterno” non identificato con Gesù, risultano compatibili con l’insegnamento del Nuovo Testamento.


Quali conseguenze ha l’affermazione della mediazione unica di Gesù Cristo sui pagani e sugli ebrei? Al di fuori di Gesù Cristo, il nome di Dio non ha alcun senso e significato, e non esiste altra teologia se non quella che scaturisce dalla rivelazione. Al di fuori di Gesù Cristo, i pagani si trovano immersi nell’idolatria  e nel peccato. Vero è che c’è una certa prenozione di Dio è negli uomini e che le tracce di Dio sono riscontrabili nella creazione (Romani 1,20), ma senza la rivelazione di Gesù Cristo l’uomo “scambia” la creatura con il Creatore, con gravi conseguenze sull’antropologia. Al di fuori di Gesù Cristo persino gli ebrei, i quali non riescono a superare lo “scandalo della croce”, a motivo della loro incredulità e indurimento di cuore, rimangono senza la completezza della rivelazione del Dio vero e unico. Gesù stesso, ripetutamente, nei vangeli afferma che il Dio d’Abramo, d’Isacco e di Giacobbe è suo Padre. “Chi ha visto me, ha visto il Padre”, risponde Gesù a Filippo che chiedeva di vedere il Padre. È soltanto in Gesù Cristo che il velo che impedisce agli ebrei di vedere chi è veramente Gesù può essere loro tolto, rimosso (2 Corinzi 3,15).


In che rapporto stanno la mediazione unica di Gesù Cristo, la rivelazione e l’universalità dell’opera salvifica di Cristo? La via che tende a comprendere Gesù alla luce del Dio della rivelazione e la via che in Gesù fa scoprire il Dio rivelato si implicano a vicenda. La rivelazione di Dio ha in Gesù Cristo il suo compimento. Né la filosofia né le religioni potevano esprimere il mistero rivelato. Ma un tale mistero rivelato oltrepassa pure ogni sorta di enunciati teologici: nessuna teologia può esprimere pienamente la rivelazione di Dio. Mentre nelle religioni  è piuttosto l’uomo che ricerca Dio, nella rivelazione è Dio che ricerca l’uomo, quell’uomo che ha creato e che reclama a sé. Gesù Cristo soltanto, nel quale culmina la rivelazione fatta lungo tutta la storia della salvezza, manifesta Dio. Il Dio che si è rivelato ad Abramo, Mosè e i profeti, diventa uomo come noi, in mezzo a noi; diventa  uno di noi, senza tuttavia smettere di essere Dio. Gesù, l’Emmanuele, colui che dà volto e parola a Dio, è come noi, ma noi non siamo come lui. Gesù Cristo, la Parola (Logos) fatta carne, è creatore di tutte le cose e luce di ogni uomo, nonché salvatore di coloro che in lui credono e lo ricevono (Giovanni 1,1-18). L’universalità dell’opera salvifica di Gesù, il messaggio di salvezza è rivolto a tutti gli uomini, affinché tutti possano ascoltarlo, accoglierlo e riceverlo.

Paolo Mirabelli

31 maggio 2017

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.