Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Ieri Papa Francesco ha celebrato la messa di canonizzazione di madre Teresa di Calcutta, in una Roma blindata da un imponente schieramento di forze dell’ordine. Piazza San Pietro era colma di pellegrini e di turisti sin dalle prime luci dell’alba. Oltre 100 mila persone hanno affollato la piazza. Erano presenti 13 capi si Stato. Per l’India c’era il primo ministro e per l’Italia il ministro Madia. A seguire l’evento, considerato uno dei più importanti del giubileo della Misericordia, giornalisti e televisioni di tutto il mondo. Ovviamente non è mancata la diretta televisiva sui canali della Rai. Durante la messa, il Papa ha pronunciato in latino la formula di canonizzazione e iscritto nell’albo dei santi madre Teresa di Calcutta. Ora i cattolici possono invocarla come santa e chiedere la sua intercessione.


Che dire? Il suo impegno, la sua dedizione verso i poveri è certamente lodevole, encomiabile. La sua vita è un esempio per tanti e tante che si dedicano a soccorrere gli ultimi e i bisognosi. Ha fatto più lei con il suo umile servizio che tanti capi di Stato, pieni di parole inutili e vuote. Secondo i parametri di questo mondo, a lei spetta un posto tra i grandi della terra. Ma che cosa c’entra l’evento di ieri con il Vangelo e il cristianesimo del Nuovo Testamento? Come cristiano, è la questione biblica che mi interessa: voglio sapere che cosa dice la Scrittura in merito. Tralascio le polemiche su “Mamma Rai”, di cui ho pagato il canone anche quando non era in bolletta, sul perché un fatto religioso, dunque confessionale, che riguarda la sola Chiesa Cattolica, venga presentato come di pubblica utilità. Non voglio nemmeno, in questo breve articolo, parlare del nuovo corso della cattolicità del cattolicesimo romano. Mi soffermo soltanto  a fare tre brevi riflessioni bibliche.


La prima. Rivendo il tutto, viene da riflettere su un fatto: nei primi secoli i cristiani venivano perseguitati da chi stava al potere, mentre oggi i capi di Stato partecipano alla canonizzazione dei santi. È una immagine poco evangelica, anzi, è una immagine che si scontra con il Vangelo vedere i potenti della terra in prima fila nelle celebrazioni della Chiesa Cattolica. Quel Vangelo che pone in antitesi potere e servizio, che avverte i discepoli di Gesù contro il fascino del potere, la ricerca dei primi posti, il desiderio di voler essere grandi secondo il mondo.


La seconda. Santi, secondo il Nuovo testamento, sono tutti i cristiani. Paolo, l’apostolo di Cristo, non esita a chiamare “santi” persino i cristiani della chiesa di Corinto, nonostante la loro immaturità spirituale. Il termine “santo” ha nella Bibbia il significato di “separato”, di persona o cosa messa da parte per Dio. Ecco perché oltre alle persone, l’Antico Testamento chiama “santo” i luoghi, gli animali e gli oggetti. I cristiani sono santi perché nati di nuovo e appartengono a Dio. Essi sono chiamati fuori dal mondo ad essere santi e a vivere la loro vita in maniera santa. Dio ha fatto di noi tutti un regno di sacerdoti, un tempio santo, un popolo santo. Non ci sono particolari criteri per stabilire chi è santo e chi non lo è. Noi tutti siamo chiamati ad essere santi, poiché Colui che ci ha chiamati è santo. Come non ci sono cataloghi di chiese nei quali scrivere i nomi dei santi. I loro nomi, i nomi dei cristiani sono scritti nei cieli.


La terza. “Continueremo a rivolgerci a lei come madre”, così ha concluso il Papa. Nel Nuovo Testamento il termine “madre” è riferito soltanto alla Gerusalemme di sopra. La critica di Gesù verso chi si fa chiamare  “padre” in senso spirituale si estende anche al titolo di “madre”. I cristiani, secondo il Vangelo, sono coloro che in ogni luogo invocano il nome del Signore Gesù Cristo; coloro che nelle loro preghiere si rivolgono al Padre, nel nome di Gesù.

Paolo Mirabelli

05 settembre 2016

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.