Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Le parole di questo testo sono senz’altro tra le più conosciute e famose del libro dei Numeri. Esse contengono la benedizione sacerdotale o di Aronne (aronnitica); sarebbe però meglio dire: la benedizione che il Signore dà al suo popolo tramite i sacerdoti, figli di Aronne. Questa benedizione è ancora oggi utilizzata da ebrei e cristiani. La Mishnah prescrive di pronunciarla alla fine del culto sinagogale. Alcuni ritrovamenti archeologici fatti in Palestina hanno confermato la diffusione che aveva in Israele già diversi secoli prima di Cristo. Certe chiese usano pronunciarla nelle riunioni cultuali, o dopo un battesimo, o nella parte conclusiva di una cerimonia matrimoniale.


La benedizione è articolata in tre parti. Nella nostre versioni della Bibbia appare nei versetti 24-26, una parte per ciascun versetto. Ecco l’intero testo secondo le sue parti. La prima: “Il Signore ti benedica e ti protegga!” (6,24). La seconda: “Il Signore faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio!” (6,25).  La terza: “Il Signore rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace!” (6,26). La prima parola della benedizione è il Signore, l’ultima parola è la pace. Il Signore è invocato e nominato esplicitamente all’inizio di ogni parte ed è posto in maniera enfatica: ciò significa che egli è il soggetto benedicente di tutta la benedizione. Sebbene siano i sacerdoti figli di Aronne a pronunciarla, è il Signore colui che benedice, e non altri; è il Signore colui che protegge e dà la pace. La benedizione, espressa in ebraico poetico, è caratterizzata dalla forma del parallelismo e nel linguaggio fa uso di diverse metafore. Nel testo ebraico (secondo la Biblia Hebraica Stuttgartensia), la prima parte della benedizione (versetto 24) è composta di tre parole, la seconda (versetto 25) di cinque e la terza (versetto 26) di sette. Ogni parte della benedizione contiene due movimenti: il primo dal basso verso l’alto, il secondo dall’alto verso il basso; nel primo si invoca Dio perché intervenga a favore del popolo, nel secondo si evidenzia l’agire di Dio verso il suo popolo e gli effetti che la benedizione del Signore reca.


“Il Signore ti benedica e ti protegga!” (6,24). Si chiede al Signore benedizione e protezione. La benedizione richiama le promesse di Dio di benedire il popolo che porta il suo nome e che gli ubbidisce osservando il patto, promesse ripetute più volte, espresse in numerosi testi della Torah di Mosè (Levitico 26; Deuteronomio 11; 28; 33). In questi brani si dice che il Signore darà la pioggia a suo tempo; benedirà le stagioni, i raccolti, i greggi, gli armenti; e le donne saranno benedette durante il parto. “Il Signore faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio!” (6,25). Si chiede al Signore di guardare con favore Israele. Come la luce del sole illumina e dà calore, così possa splendere il volto di Dio sul suo popolo; e portare salvezza, vita rinnovata e gioia nei cuori. “Il Signore rivolga verso di te il suo volto e ti dia la pace!” (6,26). Si chiede a Dio di concedere la pace al suo popolo. La pace (ebraico Shalom) che si invoca e si ricerca è molto di più di un semplice saluto o di uno stato d’animo: è il volgersi di Dio a favore del suo popolo, per dare vita, salvezza, benedizione, protezione, gioia, felicità; è il volto di Dio rivolto verso i figli d’Israele.


Benedire significava mettere il nome di Dio sui figli d’Israele: questo voleva dire  che Israele era il popolo di Dio e che il Signore era il Dio d’Israele.

Paolo Mirabelli

31 agosto 2016

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“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.