Il vangelo di Luca dopo il prologo (1,1-4) si articola nel racconto dell’annuncio, nascita e infanzia di Giovanni e di Gesù (1,5-2,52), nella descrizione del ministero di Giovanni (3,1-22) e di Gesù in Galilea (3,1-9,50), nella narrazione del grande viaggio verso Gerusalemme (9,51-19,28), nel ministero di Gesù a Gerusalemme (20-21) e nel mistero finale di morte e risurrezione (22-24). Questo prologo di Luca al suo vangelo, composto con arte e con armonia di parti, attesta il proposito dell’evangelista di comporre un’opera storica accurata e coscienziosa. Molti avevano già scritto intorno alla vita e agli insegnamenti di Gesù. Luca vuole servirsi di fonti sicure, i testimoni oculari, coloro che divennero poi ministri della Parola. Dopo questa indagine accurata e universale, l’evangelista scrive tutto con ordine, disponendo i fatti in un vasto disegno e quadro storico e cronologico, non trascurando la connessione logica, oltre che teologica. Quattro vocaboli mostrano l’accuratezza dell’opera di Luca: inizio/origine, completezza, ordine, certezza. Il vangelo è dedicato a Teofilo, personaggio eccellentissimo, probabilmente di famiglia elevata, appartenente alla nobiltà del tempo. Luca è l’unico dei quattro vangeli che ha “l’io” dell’autore, che usa il pronome personale “me” (1,3). Dopo il prologo, Luca inizia il racconto con i genitori di Giovanni il Battista (o battezzatore): per la teologia di Luca e dei vangeli in genere, gli eventi narrati sono compimenti di una profezia o di una promessa di Dio; all’inizio c’è la parola di Dio, Dio dice e le cose accadono. Due considerazioni conclusive. La prima. All’inizio dei fatti evangelici per Luca non c’è la chiesa, bensì ci sono i testimoni oculari. L’ordine che emerge dal prologo di Luca è il seguente: all’inizio Gesù Cristo – i testimoni oculari – divenuti poi ministri (servitori) della Parola – segue il vangelo di Luca – e infine il destinatario del vangelo, Teofilo (e la chiesa). Dunque, non è la chiesa che ci ha dato la Scrittura, ma è la Scrittura (la predicazione del Vangelo) che ha fatto nascere la chiesa, cosa per altro confermata dal libro degli Atti degli Apostoli. La seconda. Può il Vangelo avere ricadute e interessare anche le classi alte della società o il potente impero romano? Può l’annuncio del Vangelo giungere fino all’orecchio dell’imperatore romano, oltre che dell’eccellentissimo Teofilo? Può insomma il Vangelo osare e pretendere di cambiare la vita degli uomini, degli ultimi come dei primi? L’opera lucana (vangelo e Atti) testimoniano della straordinaria potenza che ha il Vangelo di Gesù Cristo e della sua diffusione fino agli estremi confini della terra.