Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

La nostra salvezza è opera di Dio, dipende interamente da Dio: dalla sua bontà (“chrestotes”), dal suo amore per gli uomini (“philanthropia”), dalla sua misericordia (“eleos”) (3,4-5). Noi non possiamo vantare nessun merito, nessuna pretesa nei confronti di Dio. Noi, infatti, eravamo “insensati, ribelli (disobbedienti), traviati, servi/schiavi di varie concupiscenze e voluttà, vivendo nella malvagità e nell’invidia, odiosi e odiandoci a vicenda” (3,3). Noi eravamo perduti nei nostri peccati, ma Cristo è venuto a salvarci. Infatti, l’apostolo Paolo scrive che “è apparsa (“epiphaino”) la grazia di Dio” (2,11; 3,4), apportatrice di salvezza per tutti gli uomini. A tutti gli uomini, nessuno escluso, è offerta la grazia di Dio, il dono della salvezza in Cristo. È apparsa la grazia: si tratta di una vera e propria rivelazione, di un intervento fattivo di Dio. L’incontro di Dio con gli uomini è un incontro potente e rinnovante; è un passare dalla morte alla vita, dal peccato alla salvezza. E la grazia di Dio ci ammaestra a rinunciare alla vecchia vita di peccato e a vivere in questo mondo come piace a Dio, nostro Padre, con una condotta conforme alla chiamata e alla nuova vita, mentre aspettiamo la speranza e l’apparizione del nostro Dio e Salvatore, Gesù Cristo.

Paolo Mirabelli

08 gennaio 2016