Durante una traversata, una tempesta si abbatte sul mare, tanto che la barca rischia di affondare. I discepoli spaventati chiedono l’intervento di Gesù che stava dormendo a poppa. Gesù, destatosi dal sonno, sgrida la tempesta, creando una situazione di tranquillità inaspettata, e rimprovera la poca fede dei discepoli. Il racconto di Marco presenta Gesù che ha potere sulla natura e culmina con un invito alla fede. Alla fine del racconto una domanda è lasciata aperta: “Chi è costui che comanda al vento e al mare?” È un racconto segnato da contrasti e opposte reazioni. Da una parte appare la tranquillità interiore di Gesù, espressa dal sonno, unico caso nei vangeli in cui si parla del sonno di Gesù. Dall’altra lo smarrimento dei discepoli, i quali temono di morire. La natura stessa sembra entrare in questi contrasti, per esprimere esteriormente ciò che i discepoli vivono interiormente: una prima scena mostra la natura che scatena tutta la sua forza e diventa incontrollabile e minacciosa, segue poi lo spettacolo di un creato in armonia e pace. Nella pedagogia divina dell’educazione alla fede, il mare diventa elemento che rievoca la creazione, Dio che pone un confine alle acque, e il cammino di liberazione del popolo nell’esodo. “Taci, calmati!” Gesù ha l’ultima parola sul creato e sulle forze che minacciano la vita. Di fronte alla potenza di Gesù, che calma il mare agitato, i discepoli passano dalla paura al timore. A partire da questa esperienza vissuta, anche la loro fede ha un cammino da compiere, c’è ancora molto da comprendere su Gesù, e giungere, per così dire, “all’altra riva” della domenica di Pasqua. In questo racconto possiamo pure scorgere la storia di ognuno di noi, mentre compiamo “la traversata della nostra vita”. O prima o poi “le tempeste”, minacciose e imprevedibili, si abbattono sulla nostra vita: ci travolgono, ci sconvolgono, ci lasciano senza forza. Ma Gesù controlla l’incontrollabile. Egli porta pace e armonia nella vita. Nel mare agitato delle nostre vicende umane, Gesù si prende cura di noi, delle nostre fragilità, delle nostre paure. Anche quando sembra addormentato e assente, Gesù, che non subisce gli eventi ma li domina, è nella nostra “barca” accanto a noi.