Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

“Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché ne dia di più”. Queste parole fanno parte della similitudine su “La vite e i tralci”, e il testo appartiene ai discorsi della “intima cena” fatti da Gesù ai suoi discepoli. Dopo aver detto: “Io sono la vera vite”, Gesù aggiunge che “il Padre è il vignaiuolo”. Ci saremmo aspettati come terza affermazione: “Voi, discepoli, siete i tralci”. E invece Gesù parla subito di ciò che il Padre fa con i tralci. Un passaggio questo non casuale. L’essere appartiene soltanto a Dio. È una grazia per noi essere tralci della vite. Questa similitudine di Gesù mi è familiare perché per tanti anni i miei genitori hanno posseduto una vigna. E mio padre faceva esattamente come dice Gesù nel vangelo: tagliava i tralci che non portavano frutto e potava quelli che avevano uva perché ne dessero di più. La vite ha bisogno di questo tipo di cura, ha bisogno di essere potata, altrimenti diventa sempre più “selvatica” e non porta frutto. Ma torniamo alle parole di Gesù sulla potatura. Potrebbe sorprendere, a chi non conosce il mondo contadino, che proprio i tralci che portano frutto siano potati. Potare significa tagliare, dunque comunica una attività forte, dolorosa. È come quando diciamo che uno deve subire un intervento chirurgico. Non è certo una cosa piacevole, anche se è necessaria. Tutto questo è vero, ma la potatura che il Padre fa è una iniziativa per la vita: ha come fine una promozione e non una mortificazione della vita. Come ogni intervento chirurgico è fatto per la vita, per salvare una persona, non per perderla. La potatura serve a dare impulso, vitalità, fertilità al tralcio. Il tralcio che porta frutto, perché dia sempre “più frutto” e “molto frutto”, ha bisogno proprio di essere potato. L’iniziativa del Padre, dunque, anche se può apparire dolorosa, in realtà ha come fine la crescita e l’abbondanza di frutto. Ma che cosa è la potatura? Che cosa il Padre pota nella vita del discepolo? Il testo evangelico non lo dice espressamente, perciò dobbiamo provare a supporre noi delle cose, magari pensando alla nostra esperienza di cristiani. Le potature sono quei tagli, che di tempo in tempo, è necessario fare al tralcio. Così come accade con la vite naturale. Il testo evangelico non vuol dire che Dio manda dolori e sofferenze ai discepoli che portano frutto, come alcuni sostengono. No, non è in questo senso che va intesa la potatura. Il Signore non ha certo bisogno di intervenire con le sofferenze per migliorare i cristiani. La verità è molto più piana e semplice. La vita spirituale è sempre un itinerario, una crescita. Ognuno di noi ha l’esperienza della crescita in se stesso di frutti buoni assieme a cose carnali. Paolo apostolo spesso nelle sue lettere rimprovera i cristiani per la loro carnalità: senti¬menti cattivi, abitudini egoistiche, atteggiamenti violenti, e molto altro ancora. Ecco, dunque, sono queste cose che il Padre pota, e non una volta sola, perché sempre si ripresentano in modi e con manifestazioni diverse. Non c’è età della vita che non esiga cambiamenti e correzioni, e quindi potature. Oltre a tutto ciò, mi piace pensare che il Padre pota pure altre cose che mettono in pericolo il nostro discepolato. Ad esempio, l’ansia per le cose della vita o la mancanza di visione e di speranza possono diventare a volte tralci che assomigliano a cespugli che soffocano la fede. E allora ben venga la potatura. Come fa il vignaiuolo con la vite e i tralci che portano frutto, così il Signore pota ciò che non va bene nel nostro cammino di fede, perché ognuno di noi possa portare molto frutto alla gloria del Padre.

Paolo Mirabelli

08 giugno 2015

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“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.