Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Giovanni rivolge una esortazione iniziale, apparentemente ovvia, ai cristiani a non peccare ma ad osservare i comandamenti di Dio (2,1-6). A questa esortazione segue quella dell’amore per i fratelli (2,7-14), che può anche essere considerata un tutto uno con la precedente, quella di non amare il mondo (2,15-17), inteso come tutto ciò che si oppone alla volontà di Dio, e infine quella di guardarsi dagli anticristi (2,18-29), che evidentemente già erano all’opera e circolavano nelle chiese del I secolo. In merito a quest’ultima, vorrei fare una breve riflessione, per poi concludere tornado alla prima esortazione. Come si evince da questo testo (2,18-29), dalle lettere di Giovanni in genere, e da altri testi del Nuovo Testamento, imparare a distinguere “il vero dal falso” (i veri fratelli dai falsi fratelli; la vera dottrina dalla falsa dottrina; i veri maestri dai falsi maestri; la vera fede dalla apostasia; la verità dall’errore; i veri scritti apostolici ispirati dallo Spirito Santo da quelli falsi che circolavano in alcune chiese) è un dato molto antico, che risale alle prime comunità, o meglio, all’insegnamento degli apostoli. Sono gli stessi apostoli, di persona o mediante i loro collaboratori e i loro scritti, che insegnano alle chiese e ai cristiani a riconoscere e distinguere il vero dal falso. Sono gli apostoli a stabilire il criterio di distinzione. E questa “regola” è oggi negli scritti del Nuovo Testamento. Non è allora vero che sarà solo nell’epoche successive agli apostoli che le chiese stabiliranno “la regola” o i criteri per distinguere il vero dal falso, la verità dall’errore e dall’eresia. Basta leggere, ad esempio, l’intera lettera di Giovanni per convincersi che agli anticristi Giovanni contrappone la vera confessione di fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato. È la Scrittura, e non un dato umano o ecclesiale del tutto soggettivi, che stabilisce ciò che è vero e ciò che è falso: è vero ciò che proviene da Dio, ciò che ha origine divina, trasmesso alle chiese mediante gli uomini ispirati e i loro scritti; è falso tutto ciò che ha una origine o provenienza umana, tutto ciò che si oppone a Dio e alla verità trasmessa nella Scrittura. È dunque nella Scrittura la regola o il criterio che ci fa “camminare nel modo che egli camminò” (2,6). Torniamo ora alla prima esortazione. Il richiamo all’osservanza dei comandamenti è motivato, tra le altre cose, dal fatto che l’eresia gnostica, sviluppatasi all’epoca di questo scritto e presente nell’insegnamento di alcuni falsi maestri, sosteneva che la salvezza dell’uomo era possibile solo attraverso una conoscenza approfondita, teorica e superiore di Dio, senza alcuna implicanza di natura etica. Questa conoscenza, detta “gnosi”, dal greco “gnosis”, portava a considerare il corpo dell’uomo, con le sue passioni e i suoi peccati, come irrilevanti. Si praticava una sorta di separazione, una dicotomia, tra corpo e spirito. Ciò significava un totale disinteresse per la vita quotidiana e pratica del cristiano. Secondo Giovanni invece conoscere Dio non è tanto una questione teorica, quanto pratica: conoscere Dio significa amare Dio, conoscere la sua volontà e conformare la propria vita ad essa.

Paolo Mirabelli

27 aprile 2015

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.