Il brano di Paolo è uno dei quattro testi neotestamentari che riportano il racconto della Cena del Signore, che alcuni sono soliti chiamare l’“istituzione dell’eucaristia”; gli altri tre sono Matteo 26,20-29; Marco 14,17-25; Luca 22,14-20. In realtà il termine “eucaristia” non c’è negli scritti del Nuovo Testamento: esso inizia a comparire verso la fine del I secolo nella Didachè e agli inizi del II secolo in Ignazio di Antiochia, dove pare che cominci ad avere un senso “sacramentale”. I termini per indicare tale prassi nel Nuovo Testamento sono: “Cena del Signore” (1Corinzi 11,20) e “Frazione del pane” (Atti 2,42; 20,7). Il racconto della Cena del Signore, istituita durante la cena pasquale, manca in Giovanni, dove troviamo invece la lavanda dei piedi (capitolo 13). Il testo di Paolo presuppone già una abitudine ormai diffusa a Corinto e nelle altre chiese. Il racconto di Paolo è molto simile a quello riportato nel vangelo di Luca, motivo per cui comunemente si dice che Luca dipenda da Paolo, mentre differisce su alcuni punti da Matteo e Marco. In Paolo e Luca sono rilevanti tre aspetti: l’invito a “fare memoria” (1 Corinzi 11,24.25; Luca 22,19, solo sul pane); il riferimento all’alleanza (1 Corinzi 11,25, Luca 22,20); la dimensione del dono di Gesù espresso dalle parole “questo è il mio corpo dato per voi” (1Corinzi 11,24; Luca 22,19) e dalle parole “il mio sangue versato per voi” (Luca 22,20). È da notare il “voi” ripetuto due volte, per il pane e il calice, nel racconto di Luca; come è da notare in Paolo (1 Corinzi 11,24-26) l’invito a mangiare il pane e a bere il calice a tutti coloro che partecipano alla Cena del Signore, e non solo a colui che presiede. Infine, un altro dato importante da menzionare è che in Paolo la partecipazione alla Cena del Signore è annuncio della morte (e risurrezione) del Signore finche egli venga (1 Corinzi 11,26). Come dire che nel presente i cristiani che partecipano alla Cena del Signore fanno memoria di un fatto compiuto nel passato, la morte (e risurrezione) di Gesù, in attesa di un avvenimento che si attende nel futuro, il ritorno in gloria del Signore.