Una ricerca su “La fede degli italiani” mostra come oggi sia molto sentito dalla gente il bisogno di avere una fede e di vivere una spiritualità. E questo non può che farci piacere. Un mondo senza fede ha un infinito provvisorio, un futuro incerto, una vita senza senso. Un mondo senza spiritualità è arido e crea il vuoto nell’uomo. La modernità non riesce, dunque, a colmare la ricerca di una esperienza religiosa e il bisogno di avere accanto “cose e persone” che manifestano la presenza del sacro. Ma se si esaminano attentamente i dati della ricerca si evince che non sempre la fede di alcuni coincide con la fede biblica e la loro spiritualità con quella evangelica; il bisogno del sacro non sempre si traduce in appartenenza al cristianesimo. Il concetto stesso di sacro il più delle volte è differente dal divino, dal Dio della Bibbia. E questo ci preoccupa. In merito alle chiese e alla spiritualità, nella ricerca è palese pure una contraddizione: da una parte si parla dello svuotamento delle chiese, almeno di quelle tradizionali, dall’altra del crescente bisogno di spiritualità che c’è nella gente. E questo ci interroga, perché evidenzia il fatto che in molte chiese ormai la spiritualità non è più di casa, si è spenta, è assente. Alcune chiese, troppo preoccupate della dottrina, creano aridità; altre, troppo prese da una pseudo spiritualità che poco ha a che fare con quella evangelica, creano follia. La spiritualità evangelica, quella che nasce dalla Parola e che è suscitata dallo Spirito Santo, si manifesta sempre nei modi e nelle forme evangeliche, non contraddice mai gli insegnamenti della Scrittura. La ricerca della verità del Vangelo, e dunque la dimora nella dottrina biblica, non crea mai aridità se fatta con amore, “seguitando verità in carità”. La spiritualità che crea follia non appartiene al Vangelo, e l’aridità dottrinale non nasce certo dalle forme e dagli insegnamenti del Vangelo. La ricerca sulla fede degli italiani rivela ancora un dato interessante ma per certi versi paradossale, preoccupante. In certe forme di religiosità popolare non c’è traccia di Gesù, Dio è solo sullo sfondo, tutta la dimensione del sacro è vista e percepita solo attraverso uomini che “rappresentano” Dio”. Vero è che c’è bisogno di modelli da imitare, che la gente ha bisogno di vedere il Vangelo vissuto in chi lo annuncia e lo predica, ma non si riesce proprio a capire come possono coloro che si riconoscono nel cristianesimo non fare riferimento a Gesù e alla Scrittura. Come può Gesù essere assente nella loro vita? Come può Dio rimanere solo sullo sfondo?