Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Il metodo storico-critico, nato in ambienti protestanti liberali, fino a qualche decennio addietro era il metodo diacronico usato dalla maggioranza degli esegeti protestanti e cattolici. Veniva definito “il metodo scientifico” per lo studio della Bibbia. Gli altri erano detti semplici “approcci”. Attraverso l’analisi comparata, la filologia e i generi letterari si spiegava la Bibbia come derivante dal mondo ambientale. La crisi è iniziata quando si è visto che l’eccesso comparativistico tra Bibbia e culture esterne riduceva la Scrittura a un semplice documento del passato e il messaggio biblico assumeva un contenuto meramente intellettualistico. Alcuni esegeti non riuscivano nemmeno a concludere le loro opere perché si perdevano nella ricerca del “Sitz im Leben” e nello studio del “sottostante”. La Bibbia perdeva così l’originalità e la particolarità che le appartengono in quanto Parola di Dio. Io credo che il vero “metodo” per lo studio della Scrittura sia quello di lasciarsi guidare da Dio, che parla attraverso il testo ispirato. Non disprezzo lo studio, né la ricerca, ben venga tutto ciò che possa arricchire la comprensione del mondo della Bibbia e il significato delle parole e dei testi biblici, ma sono fermamente convinto che chiunque legge la Bibbia, con fede e un cuore onesto e sincero, e si lascia guidare dallo Spirito Santo, sia esso un contadino o un insegnante, ne coglie bene il senso e ne capisce appieno il messaggio di salvezza.

Paolo Mirabelli

24 marzo 2015