“Voi non potete servire Dio e Mammona”. Non tutti accettano Dio come Padre. A chi lo rifiuta si presenta subito, con tutto il suo incantevole fascino, il più seducente, il più subdolo degli idoli: il denaro. Matteo ci ha conservato il termine aramaico, Mammona, usato da Gesù. È significativo: deriva dalla radice 'aman, che vuol dire offrire sicurezza, essere solido, affidabile. È come quando noi diciamo: “Amen!”. Il dio denaro sembra garantire ogni bene a chi gli presta culto: dona cibo, bevande, salute, piaceri, divertimenti. Ma cosa chiede in cambio? Come ogni dio, esige tutto. Il denaro pretende il coinvolgimento totale dei suoi devoti. Chiede di essere messo sull’altare della vita e adorato. Per amore suo bisogna essere disposti a rinunciare alla propria dignità, a ingannare, a mentire, a rubare, a rovinare gli altri, a perdere le amicizie, a rompere le fratellanze, a trascurare persino moglie e figli: per loro non c’è più tempo. Bisogna essere pronti anche a uccidere. Coloro che adorano il denaro hanno tutto, ma non sono più uomini liberi, diventano schiavi. L’apostolo Paolo scrive (citazione libera) a Timoteo che l’amore o l’attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono, da se stessi, procurati molti dolori (1Tmoteo 6,10). E ancora: l’amore per il denaro è idolatria (Efesini 5,5). La prima follia in cui trascina l’adorazione di Mammona è l’accumulo. Chi accumula si illude di aver trovato un obiettivo concreto e gratificante che dia senso alla vita, ma ha solo scoperto un vano ripiego per esorcizzare il pensiero della morte. Il Padre che sta nei cieli si colloca agli antipodi. Il Signore Gesù invita alla rinuncia all’uso egoistico del denaro; propone la condivisione, l’attenzione ai bisogni dei fratelli. “Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro”. Quanto è vero! Non è possibile servire Dio e Mammona. O l’uno o l’altro. Non è possibile tenerli buoni entrambi, convinti che quello che non concede l’uno, lo darà l’altro. I due non sono soci in affari, non possono stare insieme nello stesso cuore dell’uomo.