Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Isaia è il profeta più citato nel Nuovo Testamento. Così pure a Qumran. La sua profezia inizia con la parola “ascolta” (Isaia 1,2). È il verbo tipico di un popolo che non può vedere Dio, ma lo può ascoltare. È il verbo che dà inizio allo “Shemà Israel” (Deuteronomio 4,6), la preghiera ebraica ancora oggi più sentita assieme al “Kaddish”. Dio parla a Mosè e ai profeti, e il popolo ascolta la predicazione profetica e la lettura degli scritti di Mosè e dei profeti. Isaia in ebraico si dice Yasa Yah, che significa: “il Signore salva”. È un nome teoforo, il profeta porta nel suo nome ciò che Dio fa per il suo popolo. I rammentatori (mazkirim) erano probabilmente appartenenti al gruppo dei profeti (“oracolanti”), ed erano considerati “sentinelle sulle mura”. La loro missione era quella di rammentare al popolo le promesse del Signore. I rammentatori destavano il ricordo parlando delle gesta del Signore, ricordando al popolo nei loro oracoli l’opera di Dio. “Sulle tue mura, o Gerusalemme, io ho posto delle sentinelle, che non taceranno mai, né giorno né notte. O voi che destate il ricordo del Signore, non abbiate riposo” (Isaia 62,6).

Paolo Mirabelli

17 marzo 2015