“Prendi il largo”, sono le parole di Gesù rivolte a Pietro dopo avere usato la sua barca per predicare alle folle (Luca 5,4). L’intero brano (5,1-11) riferisce il racconto della chiamata dei primi discepoli di Gesù. Nella scena di insegnamento (5,1-3), Gesù è circondato dalla folla che vuole ascoltare da lui la parola di Dio. Segue poi la chiamata a Pietro e agli altri (5,4-11). In questa riflessione mi soffermo soltanto su un aspetto della chiamata. Cominciamo con il significato dei vocaboli. Il termine greco adoperato per pescatore nel versetto 10 è zogron, che è diverso da halieus del versetto 2. Zogreo significa: “prendere prigioniero (vivo)”. Così lo traduce il DENT (Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento). È come se Gesù dicesse: “Da ora in poi tu catturerai uomini”. Il vocabolo è a volte usato nel senso di salvare dalla morte; l’apostolo Paolo infatti parla di strappare al diavolo coloro che egli tiene come prigionieri, ezogremenoi (2 Timoteo 2,26). Ciò vorrebbe dire che la chiamata/annuncio di Gesù ai discepoli esprime una attività al servizio della vita: la missione ha lo scopo di invitare gli uomini ad accogliere il Vangelo per passare dalla morte alla vita. Proprio Pietro, il “peccatore”, così si definisce egli stesso, e i suoi compagni sono chiamati a diventare discepoli di Gesù e annunciatori del messaggio evangelico in mezzo agli uomini: da pescatori di pesci diventano pescatori di uomini (5,10). Di fronte alla potenza e alla gratuità di Dio, i quattro pescatori, “tirate le barche a terra, lasciarono tutto e seguirono Gesù” (5,11). Questi pescatori di uomini dovranno andare sempre di più al largo e continuare a gettare le reti per pescare uomini e donne. Luca narra nel libro degli Atti degli Apostoli questo straordinario viaggio missionario al largo. In questo viaggio in mare aperto, sempre più al largo, c’è ancora spazio, affinché la rete di Dio si riempia, “secondo la parola di Gesù”, di uomini e donne strappate alla morte e consegnate alla vita.