La lettera ai Romani è considerata da tutti un capolavoro di teologia, è definita da alcuni come “la grande presentazione teologica del pensiero e della fede cristiana”. Scritta da Paolo verso la fine degli anni Cinquanta del primo secolo, mentre prepara un viaggio missionario in Spagna (15,28), durante il quale desidera passare da Roma per conoscere i fratelli e confortarsi a vicenda mediante la fede comune (1,11-12). Il nostro brano appartiene alla parte cosiddetta “imperativa” (parenetica) della lettera, che fa seguito alla prima parte detta “indicativa”. Il brano si trova nella sezione che va dal capitolo 12,1 al capitolo 15,13. Questi capitoli compongono appunto la parte delle attuazioni: come il cristiano affronta e vive la vita quotidiana. Paolo considera il “tempo” (greco: kairos) una “occasione di grazia” e invita i credenti a vivere la vita protesi pienamente verso la salvezza (greco: soteria) in Cristo Gesù, salvezza che si fa sempre più vicina e sempre più presente in loro. “La notte sta per terminare e il giorno si avvicina”. Con questa immagine, non necessariamente dobbiamo subito pensare al giorno del giudizio, alla seconda venuta del Signore, all’ultimo giorno della storia. Non bisogna correre più veloci del testo e giungere così a conclusioni affrettate. È vero che il trascorrere del tempo accorcia i tempi e avvicina sempre di più l’ultimo giorno, come è altrettanto vero che con la venuta di Gesù, morte e risurrezione, è iniziata la conta del tempo, è iniziato il calcolo del tempo. Possiamo ben dire che “il tempo ha ormai i giorni e le ore contanti”. Con l’immagine della notte che avanza e del giorno che si avvicina, Paolo invita, per così dire, i cristiani a “cogliere l’attimo” che stanno vivendo, a valorizzare il tempo, quel tempo che Cristo porta a compimento con la sua presenza. Essi devono infatti essere sempre pronti, vigilando in ogni tempo, per accogliere il Cristo nella sua gloria infinita. Con la conversione il cristiano abbandona la notte del peccato ed entra nel giorno della salvezza, che il Cristo realizza e porta a compimento. Nel suo cammino di fede, il cristiano pratica opere di vita e non di morte, abbandona le opere delle tenebre e indossa le armi della luce; valorizza il tempo e lo vive, in santità e giustizia, come giorno di grazia, di salvezza e di attesa del Signore che vive e che viene.