A partire dal capitolo 7 della prima lettera ai Corinzi, Paolo risponde ad alcuni quesiti posti per iscritto dalla comunità (7,1). Il primo di essi riguarda il matrimonio nei suoi molteplici aspetti. Paolo ribadisce il valore del matrimonio forse contro alcune tendenze ereticali, gnostiche e filosofiche, presenti a Corinto che ne confondono il significato, chi in un modo e chi in un altro. La cosa più importante, afferma l’apostolo, consiste nel vivere ciascuno il proprio dono datogli da Dio (7,7) e nel rispondere alla vocazione del Signore (7,17). Il nostro brano è racchiuso tra due affermazioni di transitorietà: “il tempo è ormai abbreviato” e “la figura (schema) di questo mondo passa”. All’interno sono elencate alcune situazioni e il loro contrario, che abbracciano vari aspetti della vita, come ad esempio: avere moglie e non avere moglie, piangere e non piangere. Per ben cinque volte l’apostolo usa l’espressione “come se non”. L’apostolo invita così a non assolutizzare le realtà e le cose della vita, ma a relativizzale, collocandosi da un’altra prospettiva: quella del Cristo risorto. Non importa sapere con certezza quando finisce il mondo, Paolo non intende fare previsioni cronologiche o fissare date, bensì quando finiamo noi al mondo, cosicché non possa avere più alcuna influenza su di noi. Il Signore risorto ha dato avvio ad una situazione nuova e definitiva. Non c’è da aspettarsi nulla di nuovo perché la vera novità, quella definitiva, è proprio il Signore risorto. Se siamo alla svolta finale del tempo (greco: kairos), ciò significa che la realtà della vita prende significato, senso e colore unicamente alla luce del Cristo risorto. Ciò che rimane veramente, oltre il tempo, è l’attaccamento a Cristo Signore, è la conversione e la configurazione a lui. Non rimane allora che orientare tutto e orientarsi definitivamente verso il Signore. “Il tempo è diventato breve”, dice l’apostolo. Come dire: è tempo di abbassare la vela. L’immagine che evoca è quella di una nave che tira su la vela quando inizia il suo viaggio e l’abbassa quando finisce: la vita è come il viaggio di una nave che finisce nel porto. “Passa lo schema di questo mondo”, così Paolo conclude il brano, con un’altra immagine che evoca la rappresentazione teatrale di questo mondo: la vita è come una scena teatrale, calato il sipario, cambia la scena e gli attori.