Il tema di molti salmi, e non solo del Salmo 10, non è il tempio o il culto, ma l’uomo violento e malvagio, l’empio. In molti salmi, il salmista non prega Dio perché gli dia prosperità, ma prega di essere liberato dal nemico, dall’uomo empio che minaccia la sua vita, come si legge nel Salmo 10. L’orante si sente oppresso e afflitto. È spaventato da un suo simile: “l’uomo fatto di terra”. La presenza di chi cerca di attentare alla vita lo inquieta. Sente la sua anima scendere, lentamente, nello Sheol, nel regno dei morti. È turbato e sconvolto. Implora Dio che lo salvi, chiede che gli venga risparmiata la vita. Il Salmo 10 può essere considerato l’ultima ottava dei Salmi 9 e 10, se presi come unità. Il versetto 4 parla della “faccia dell’empio”, il versetto 11 della “faccia di Dio”. Abbiamo così una specie di struttura chiastica molto bella. L’empio, nella sua alterezza, vede solo se stesso perché non scorge più la faccia di Dio. Ecco il motivo di tanta violenza e malvagità, ecco perché per il malvagio la vita dell’uomo non conta più nulla. L’empio pensa che Dio non farà inchieste, se ne starà muto, o magari si dimenticherà. In fondo, lo sguardo alla sua sola faccia gli fa dimenticare la faccia di Dio, gli fa credere che Dio si è nascosto, e mai lo vedrà. Il suo pensiero più intimo è: “Dio non c’è, il Signore non esiste”. Dopo la descrizione dell’empio, il Salmo riparte. Il salmista rivolge ora lo sguardo verso Dio “l’aiutatore”. Nel versetto 12 e seguenti, l’orante prega fiducioso Dio: “Levati (ergiti), o Signore! O Dio, alza la tua mano!”. “Levati”, come il sole che si erge ogni mattina e porta luce, calore e vita. “Alza la tua mano”, forse il ricordo è all’Egitto, quando faraone non voleva lasciare andare il popolo di Dio tenuto in schiavitù. E Dio disse a Mosè che avrebbe alzato e steso la sua mano potente contro l’Egitto e contro il faraone. Stendere la mano è nella Bibbia un’azione propria di Dio, che interviene per liberare il suo popolo dalla schiavitù e dalla morte. E il salmista conosce bene questa storia e questo Dio sempre pronto a salvare, motivo per cui egli prega Dio l’“aiutatore” che lo liberi dallo spavento che lo soffoca.