Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

L’episodio della maledizione del fico senza frutti, che Gesù fa seccare per sempre, non è raccontato soltanto da Marco (11,12-25), ma pure da Matteo (21,18-22). Il fatto accade poco prima di Pasqua, durante l’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme. In Marco però, a differenza di Matteo, si parla del fico prima e dopo la purificazione del tempio. Gesù esce da Betania, ha fame, vede un fico e va a cercarvi del frutto ma non ne trova: il fico ha solo foglie senza frutto. Gesù maledice il fico, poi va nel tempio e fa la purificazione. La mattina dopo i discepoli gli fanno notare che il fico si è seccato fin dalle radici. Gesù li invita ad aver fede e a pregare. Marco racconta molti miracoli di Gesù, ma questo è uno dei più sconcertanti per il lettore, perché Gesù maledice un albero e lo fa seccare. Per capire questo racconto e coglierne il significato è necessario leggerlo alla luce del contesto biblico e inquadrarlo nel contesto narrativo e teologico del vangelo di Marco.


Il fatto che si tratti di un miracolo “sconcertante” depone a favore della sua autenticità storica, dice che è un fatto vero. Marco non avrebbe certo inventato un miracolo come questo che danneggia la figura di Gesù. Anche la liberazione dell’indemoniato del paese dei Geraseni può suscitare qualche perplessità, perché Gesù permette ai demoni di entrare nei maiali, che affogano nel mare (5,1-20). Il racconto del fico è pieno di numerosi dettagli: Gesù ha fame, cerca frutto dal fico ma non ne trova; il fico ha solo foglie, “non era la stagione dei fichi”; i discepoli ascoltano le parole di maledizione di Gesù e il giorno dopo vedono che il fico è seccato fin dalle radici. È noto che il vangelo di Marco è il più sintetico, il più breve dei quattro vangeli; solitamente non si sofferma sui dettagli, se non per attirare la nostra attenzione verso qualcosa di importante. La menzione precisa di così tanti dettagli ci dice che Marco non vuole soltanto parlare del miracolo, ma anche del significato che l’episodio assume nel vangelo. Questo miracolo di Gesù è stato da sempre visto (interpretato) come una specie di parabola in azione. Anche i dettagli richiamano il simbolismo delle parabole, senza nulla togliere al fatto storico. A volte, per esempio, il profeta compie un’azione per insegnare qualcosa a Israele. Nell’Antico Testamento il fico (la pianta o il frutto) è usato come metafora per indicare Israele, non c’è solo la vite di Isaia 5. Osea dice che il Signore trovò Israele come uve nel deserto e vide i padri come i fichi primaticci (9,10). Il profeta Geremia descrive la situazione di Gerusalemme, durante la deportazione di Nabucodonosor a Babilonia, con due canestri di fichi (24,1-10). La predicazione profetica si serve del fico per illustrare un comportamento di Israele o per invitare il popolo di Dio a fare frutto (Geremia 8,13; 29,17; Michea 7,1-6). “Invano”, dice il Signore tramite il profeta Michea, “desidero un fico primaticcio” (7,1). Il Signore Dio si lamenta perché tra il suo popolo, al tempo di Michea, dilaga l’ingiustizia e in mezzo a Israele non si trovano frutti.


Sembra dunque evidente che il gesto compiuto da Gesù di maledire il fico senza frutti abbia anche il carattere di un’azione profetica e simbolica. Il gesto di Gesù che fa seccare il fico pieno di foglie ma senza frutto rappresenta il tempio di Gerusalemme e lo stesso Israele. Gesù è venuto a cercare frutto in mezzo al suo popolo, ma i Giudei hanno risposto con il rifiuto: non lo hanno riconosciuto come il Messia promesso; non lo hanno accolto come re di Israele. Gerusalemme e il tempio sono come il fico pieno di foglie ma senza frutto: adorni di grandi e belli edifici, ma non è questo che Dio vuole. Gesù è venuto a cercare frutto in mezzo ai suoi, non a contemplare gli edifici del tempio. Va detto che il fico non è un albero ornamentale, che colpisce per la bellezza dei suoi fiori, ma è pensato per dare frutto. Il fico ha anche una particolarità: il frutto germoglia prima delle foglie.


Dopo il suo ingresso in Gerusalemme e la purificazione del tempio, Gesù racconta pure la parabola dei cattivi vignaiuoli (12,1-12). L’episodio della maledizione del fico ha in comune con la parabola dei cattivi vignaiuoli il motivo del venire a cercare i frutti. La parabola parla di un padrone che dà in affitto la sua vigna e che, a suo tempo o nella stagione del frutto, manda prima i suoi servitori e poi il proprio figlio diletto a cercare i frutti della vigna, ma gli affittuari uccidono il figlio, pensando di prenderne l’eredità. Di fronte al rifiuto dei cattivi vignaiuoli, il padrone fa distruggere i lavoratori malvagi e dà la vigna ad altri (12,9). Gesù è venuto a cercare frutto, ma, di fronte al fico carico solo di foglie, lo fa seccare. Marco allora racconta l’episodio del fico anche per dare un ammonimento a coloro che si preoccupano tanto della forma e dimenticano la sostanza: dare frutto.

Paolo Mirabelli

05 marzo 2024

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