Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Il nostro è un tempo difficile, un tempo di crisi. Il nostro è un tempo non di pace, ma di guerra; è un tempo non di giustizia, ma di ingiustizia; è un tempo non di salvezza, ma di perdizione; è un tempo non di verità, ma di menzogna. Nonostante i buoni propositi e le buone intenzioni di molte persone, non si vede un orizzonte di pace, di giustizia, di salvezza. È tutto buio nel mondo; la luce dell’alba sembra non sorgere mai. Da questo fallimento dobbiamo imparare una lezione di vita: l’uomo non è in grado di dare la vera pace, non è capace di praticare la giustizia, non conosce la verità (vive nella menzogna), non sa come salvare questo mondo morente, malato e inquieto. Soltanto Dio può farlo. Questa è l’opera di Dio, come dice il nostro Salmo: “Io ascolterò quello che Dio, il Signore, dirà, poiché parlerà di pace al suo popolo” (85,8). La pace è una parola di Dio. La guerra è una parola dell’uomo. Questo è un tempo difficile, in cui le parole che ascoltiamo dagli uomini ci spaventano. Soltanto nel Signore Gesù troviamo parole che sono spirito e vita; soltanto in Dio riposano le anime nostre; soltanto nella Bibbia troviamo parole di pace, di verità, di giustizia, di salvezza, parole che riempiono i nostri cuori e ci recano conforto e consolazione.

 


I Salmi danno voce al nostro silenzio, dicono ciò che noi vorremmo dire ma non riusciamo a trovare le parole adeguate per esprimerlo. I Salmi riescono ad esprimere con parole vere e sincere, davanti a Dio, le nostre esperienze più profonde, sia quelle che nascono dal dolore sia quelle che scaturiscono dalla gioia. Se c’è un libro che nella storia dell’umanità non ha mai cessato di commuovere i cuori degli uomini e di riempire di gioia le loro anime, questo è il libro dei Salmi. Clemente Alessandrino, uno scrittore e teologo del II secolo, diceva: “Noi lodiamo Dio mentre ariamo i campi; cantiamo i Salmi mentre stiamo navigando”. I Salmi alimentano la nostra fede; sono un rifugio e un riparo dai nemici e dai pericoli della vita; sono un luogo dove trovare riposo. I Salmi sanno esprimere il nostro dolore e sanno suscitare in noi la lode al Signore.


 


Quando leggiamo i Salmi non sempre riusciamo a collocarli perfettamente nel loro contesto storico e geografico. Non importa, questa “indeterminatezza” ci permette di farne diverse applicazioni in situazioni diverse della vita di Israele e del salmista, e di cogliere degli aspetti inediti. Il Salmo 85 sembra celebrare l’avvenuta liberazione dalla schiavitù dell’esilio: il Signore ha ricondotto il suo popolo dalla cattività babilonese, e il salmista, e la comunità di Israele con lui, lo loda e lo ringrazia. Però potrebbe anche riguardare una situazione vissuta dal salmista prima dell’esilio. Noi cristiani che leggiamo l’Antico Testamento alla luce di Gesù non possiamo perdere l’aspetto messianico di questo Salmo. Per questo diciamo che esso si riferisce anche a Gesù e annuncia la pace, la giustizia, la verità, la salvezza da lui recate in questo mondo. Con le parole del Salmo, noi oggi rivolgiamo la nostra preghiera di ringraziamento e di lode a Dio per tutte le liberazioni della vita.


 


Il Salmo 84 e il Salmo 85, entrambi attribuiti ai figli di Kore (ignoriamo molte cose della loro vita e della loro funzione nel tempio di Gerusalemme e in Israele), sono ben collegati e uniti. Però, mentre nel Salmo 84 l’orante è un “io” che desidera e brama l’incontro con il Dio vivente, e si mette sulla via per questo incontro, il Salmo 85 presenta un “noi”, quello di una comunità, di un intero popolo, che prega Dio. Possiamo suddividere il Salmo 85 in due parti: nella prima parte (85,1-7) il salmista (e la comunità) prega Dio per la restaurazione di Israele; nella seconda parte (85,8-13) l’attenzione (e l’attesa) è tutta rivolta verso ciò che Dio farà; il salmista prega il Signore perché egli mantenga le sue promesse e faccia del bene al suo popolo. Da questo Salmo noi abbiamo ritagliato, per farne un quadro da custodire nel cuore, soltanto il versetto 10, nel quale è contenuta una affermazione: “La giustizia e la pace si sono baciate”. È come se fossero due amanti che stanno su due parti opposte di un muro che li separa, ma finalmente riescono a baciarsi stando sollevati sul muro.


 


Sono tante le parole chiave di questo Salmo, ma la nostra attenzione va alle quattro che abbiamo già più volte citato: pace, giustizia, verità, salvezza. In modo particolare ci siamo soffermati su giustizia e pace. Pace in ebraico si dice shalom; mentre giustizia si dice sedeq. L’immagine del bacio dice in forma poetica il rapporto inscindibile che c’è tra la giustizia e la pace. L’una ha bisogno dell’altra, come l’amante ha bisogno della amata. Non c’è pace senza giustizia. L’ingiustizia porta alla perdita della pace. Preghiamo che venga presto il tempo in cui la giustizia e la pace si baciano.

Paolo Mirabelli

27 ottobre 2023

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.