Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Dopo l’incontro con Nicodemo (fariseo e uno dei capi dei Giudei), Giovanni racconta l’incontro tra Gesù e una donna samaritana (capitolo 4). Quando leggiamo i vangeli è utile ricordare che tra la Giudea e la Galilea c’era la Samaria. I samaritani erano una popolazione di origine ebraica, ma che aveva subito contaminazioni razziali e religiose da quando gli assiri avevano distrutto il regno del nord (sorto dallo scisma di Geroboamo con la casa davidica), nel 722 avanti Cristo, deportando gli abitanti e trapiantando sul posto colonie di pagani, stabilendo dei sacerdoti. Questo miscuglio tra ebrei e pagani aveva prodotto un sincretismo religioso: i samaritani si attenevano solo al Pentateuco e celebravano il loro culto sul monte Garizim. Per questo motivo gli ebrei consideravano eretici i samaritani e non avevano rapporti con loro, preferivano non attraversare il loro territorio per non contaminarsi. Gesù però ha un messaggio di salvezza per gli ebrei e per i samaritani. Il Vangelo di Cristo è per tutte le genti. Gesù è il salvatore del mondo.


L’incontro tra Gesù e la donna samaritana avviene al pozzo di Giacobbe. Il pozzo si trova a Sicar, in territorio samaritano. Gesù è stanco per il viaggio, eppure decide di incontrare la donna che arriva in quell’ora calda ad attingere acqua al pozzo. Attingere l’acqua al pozzo è un fatto della vita del tutto normale, ripetuto tante volte al giorno, non ha niente di trascendentale. Forse è questa la prima cosa che il vangelo vuole dirci: è nello scorrere degli eventi della vita, nella quotidianità e nella ferialità, che possiamo incontrare Gesù. Occorre però fermarsi e lasciarsi interrogare da lui; occorre lasciarsi avvicinare, lasciarsi incontrare. A questa donna straniera Gesù si presenta con un bisogno: “Dammi da bere”. Gesù è affaticato e ha sete (sete di Dio). Al sentire quelle parole nella lingua dei giudei, la donna si meraviglia: secondo lei, da un giudeo una donna samaritana può aspettarsi solo disprezzo. E invece Gesù le parla e le chiede da bere. Gesù chiede da bere ma promette pure di dissetare la sete della donna, e di tutti noi. Con Agostino di Ippona potremmo dire: la forza o la potenza di Cristo ci ha creati, la sua debolezza ci ha salvati e ricreati. La prima parte del dialogo si conclude con Gesù che invita la donna ad andare oltre l’acqua che disseta soltanto il corpo e a ricercare l’acqua che disseta la vita: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice: Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell’acqua viva”.


Il pozzo di Giacobbe è importante per la donna, e lo è perché disseta dalla sete materiale, ma anche perché è il pozzo del patriarca Giacobbe, che lei riconosce come “nostro padre”. Lei dimostra così di essere una donna radicata nella sua tradizione (che in parte e fino a un certo punto è comune con quella degli ebrei). Gesù però, sia in questa prima parte del dialogo sia nella seconda parte, la invita ad andare oltre la sua tradizione. Nella tradizione samaritana c’è un ricordo, c’è una menzione, c’è una memoria di Dio, ma non c’è Dio. Come Gesù la invita a passare dall’acqua del pozzo alla acqua della vita, così la invita a passare dal Dio della tradizione al Dio vero e vivente. È come se dicesse che Dio non è nel pozzo, ma è nella Parola che lui le sta annunciando. La donna può incontrare Dio se riconosce la vera identità di colui che le sta parlando. Gesù invita la donna samaritana a passare dalla religione dei suoi padri alla rivelazione del Padre; a passare alla rivelazione di Dio come Padre che lui le sta portando e offrendo. È significativo che Gesù dica a una samaritana che anche lei può adorare il Padre in spirito e verità. Gesù sta cercando anche lei e i samaritani come veri adoratori del Padre. Gesù invita, tramite il vangelo di Giovanni, tutti gli uomini a riconoscere Dio come Padre e ad essere tutti figli di Dio e fratelli in Cristo.


Quando la donna chiede dove bisogna adorare Dio, Gesù risponde che l’ora viene che né sul monte Garizim né a Gerusalemme (nel tempio) adorerete il Padre, perché ovunque si può incontrare Dio e adorarlo. Dio è oltre tutti i santuari di questo mondo. Tutte le religioni hanno un santuario. Anche le chiese hanno dei templi o dei santuari in cui collocano la presenza di Dio, come se fosse il pozzo di Giacobbe. Gesù però, con questa parola, proclama la fine dei santuari: non c’è più un luogo santo, un monte santo, una santa sede, dove Dio dimora, poiché egli è ovunque. Solo Dio è santo, anzi è il Santo Padre di tutti. Un tempo il tempio di Gerusalemme era “il luogo in cui Dio è stato, in cui Dio era”. Ma già Salomone aveva detto che i cieli dei cieli non possono contenere Dio. Dio è Spirito ed è ovunque, dice Gesù, e chiunque può incontrarlo nel suo cuore e nel soffio del suo respiro.

Paolo Mirabelli

13 ottobre 2023

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“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.