Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Sono parole tratte dal Salmo 46. Il sorgere o il tramonto del sole, il cielo stellato, i fiori dei campi, la vista del mare e delle montagne, la nascita di un bambino: si resta incantati di fronte a così tanta bellezza. Spesso è la Bibbia stessa che ci invita a contemplare la bellezza del creato. Eppure i figli di Core, gli autori di questo Salmo, non è di questo che parlano. Dopo la pausa (Sela) del versetto 7 c’è l’invito riportato nei versetti 8-9: “Venite, guardate le opere del Signore, egli fa sulla terra cose stupende.” Quali sono le cose stupende che Dio fa? Eccole: “Fa cessare le guerre fino all’estremità della terra; rompe gli archi, spezza le lance, brucia i carri da guerra.” Cose stupende fa Dio, egli fa cessare le guerre sulla terra. La guerra, purtroppo, è una costante nella storia dell’uomo. I primi testi di tutta la letteratura mondiale parlano di guerre fra i popoli, non di pace. La letteratura greca, come l’Iliade e l’Odissea, parla della guerra di Troia. La guerra è opera dell’uomo, la pace è opera di Dio, è l’inedito compiuto da Dio. La politica, la cultura, la religione, la medicina, l’economia, la scienza, il progresso della tecnica non riescono a impedire le guerre. Bisogna ammettere che la guerra è una sconfitta e un altro fallimento dell’uomo. Il progresso scientifico ha fatto molto per migliorare la vita e la condizione sociale dell’uomo, ma non può cambiare il suo cuore malvagio, come dice il profeta Geremia. Le scene di guerra che vediamo oggi non riguardano l’uomo primitivo, selvaggio, rozzo, che cammina come una scimmia, ma l’uomo supertecnologico, che va in guerra servendosi della geo-localizzazione. La guerra è brutta da vedere, e sono bastate poche immagini su ciò che sta succedendo in Israele per rendercene conto. La pace invece è bella.


“Come sono belli i piedi di coloro che annunciano le buone notizie”, così scrive l’apostolo Paolo in Romani 10,15. Egli sta citando delle parole del profeta Isaia: “Quanto sono belli, sui monti, i piedi del messaggero di buone notizie, che annuncia la pace, che è araldo di notizie liete, che annuncia la salvezza, che dice a Sion: Il tuo Dio regna!” (52,7). Pace e salvezza quando facciamo regnare Dio in mezzo a noi, se invece regna colui che è “omicida sin dal principio” (Giovanni 8), i suoi desideri di morte si tradurranno in morte e violenza (Caino contro Abele). I piedi dell’evangelizzatore sono belli perché recano un evangelo che è buona e bella notizia. L’evangelo è bello perché Gesù è bello: il buon pastore viene descritto con l’aggettivo greco kalos (Giovanni 10,11), che può essere tradotto con “buono” o “bello”. Questa dimensione estetica dell’evangelo non va trascurata. In Apocalisse tutto si vede, non solo si ascolta. Le scene del male sono brutte, orrende, terribili, piene di sangue e di morte; le cose di Dio invece sono belle. L’ultima è l’immagine della nuova Gerusalemme, adorna come una sposa pronta per il suo sposo; la città è descritta in modo mirabile, con il suo albero della vita, che porta frutto tutti i mesi dell’anno e le cui foglie sono per la guarigione delle nazioni, con il fiume che scorre dal trono di Dio e dell’Agnello, con la gloria di Dio e dell’Agnello che illumina gli uomini e rende superflua la luce del sole e della luna.


Se una cosa è bella produce ammirazione, stupore, meraviglia, piacere. Se una cosa è brutta produce ribrezzo, disgusto, rifiuto. Agostino di Ippona diceva che “non si può cogliere la bellezza se non nel fondamento che la origina”. La letteratura, l’arte, la musica, il cinema sono stati influenzati dal testo biblico, dalla bellezza dell’evangelo, e hanno prodotto cose belle da vedere e da ascoltare. Che cosa producono le pagine dell’evangelo nel cuore, nei sentimenti e nella vita del credente? Producono un cuore nuovo, non più un cuore di pietra; dei sentimenti che imitano quelli di Gesù, non più pensieri malvagi; una vita trasformata, non più conformata ai paradigmi di questo mondo. Perché l’evangelo produce solo cose belle, per chi ci crede veramente? Perché è l’evangelo di Cristo, e Gesù è colui che, come dissero gli abitanti della Decapoli (Marco 7,37), “ha fatto ogni cosa buona (kalos, bella e buona)”. Fare udire i sordi e far parlare i muti è bello, perché significa dare la pienezza della vita. Invece togliere la vita a dei bambini, trascinare delle ragazze come se fossero dei trofei, uccidere dei ragazzi in festa è brutto. Ci sono libri che parlano di morte, di martirio, di sangue, di guerre sante contro gli infedeli; invece l’evangelo di Cristo parla di gigli dei campi, di piccoli passeri, di sole e di pioggia, di nuvole e di tramonto, di alberi di fichi dai rami rigogliosi, di grano, di vite e di tralci, di seme che germoglia e cresce da sé: gli insegnamenti che si ascoltano dall’evangelo, le immagini che esso produce, i pensieri che ne scaturiscono sono cose stupende perché sono opere di Dio.

Paolo Mirabelli

09 ottobre 2023

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.