Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

I cristiani leggono i profeti dell’Antico Testamento. Ciò vuol dire che la parola profetica non è per noi un evento del passato, non è una parola ormai irrecuperabile e perduta nel tempo. La parola dei profeti è parola ispirata da Dio e dunque sempre viva ed efficace. Oggi noi cristiani non ascoltiamo i profeti mentre predicano, ma leggiamo la loro parola scritta, ascoltiamo la loro predicazione in un Libro (la Bibbia). Il Libro rende la parola dei profeti permanente e duratura, la fa arrivare fino a noi oggi. Dio ha ispirato i profeti a scrivere perché la parola profetica oltrepassasse i limiti del tempo e i confini dello spazio e giungesse fino a noi oggi. Quando noi apriamo il Libro, la parola dei profeti continua a risuonare e ad essere ascoltata in tutta la sua forza come Parola di Dio.


Il vero profeta è un inviato di Dio, uno che parla in suo nome; non agisce per desiderio di successo, di denaro o di gloria personale; non è uno che vuole apparire per il piacere di mostrarsi agli altri e per il desiderio di avere visibilità. Il vero profeta è uno che è coerente con ciò che predica, anche se non sempre comprende pienamente ogni oracolo che annuncia. Spesso il profeta vive, nella sua parola e nella sua esistenza, i pericoli e le crisi del popolo di Israele. Non sempre la parola profetica è ascoltata e accolta dal popolo o da colui a cui è rivolta. Spesso il vero profeta si trova a scontrarsi con i falsi profeti, come dimostra il caso di Geremia e Anania o quello di Micaia e Sedechia.


Nella Bibbia il profeta entra in scena quando il popolo di Dio vive una situazione di crisi e corre il pericolo di allontanarsi da Dio e dalla legge data tramite Mosè. Nei momenti critici della storia di Israele, quando il popolo è infedele e peccatore, troviamo dei profeti, i quali annunciano il giudizio di Dio. Il profeta annuncia sempre la salvezza di Dio anche negli oracoli di giudizio e di condanna, poiché Dio salva anche quando giudica. Israele non può cercare salvezza con i propri mezzi umani, non può trovare salvezza se non in Dio: soltanto Dio può salvare. Per questo i profeti denunciano i talismani della salvezza, condannano ogni automatismo religioso e il culto ridotto a formalismo e a cerimonie vuote. I profeti predicano contro le false sicurezze umane e sacrali e condannano l’idea di chi si serve delle istituzioni levitiche come mezzi sacramentali per assicurarsi la salvezza, anziché viverli come segni e momenti per esprimere la fede personale nel Dio vivente.


I profeti dell’Antico Testamento non solo denunciano il peccato e le ingiustizie, non solo accusano e minacciano il popolo che si è allontanato da Dio, invitandolo alla conversione, ma parlano anche del futuro e della venuta di un Messia. Elia annuncia una siccità, Amos e Osea la caduta di Samaria, Geremia ed Ezechiele la rovina di Gerusalemme e l’esilio. La fine di Israele e di Giuda (il regno del nord e quello del sud) diventano segno e simbolo del giudizio finale. Le immagini usate per rivelare il futuro di salvezza sono diverse. Isaia annuncia un grande banchetto, Geremia una nuova alleanza, Ezechiele profetizza una risurrezione del popolo e parla del cuore nuovo dato da Dio agli uomini. I profeti parlano del futuro con immagini prese dal passato o dal presente: ciò significa che il futuro è legato anche alle antiche promesse e al presente della storia della salvezza.


I profeti sono stati coloro che per secoli hanno mantenuto vive le promesse di Dio e le speranze di Israele finché esse non si sono compiute in Gesù Cristo. Sebbene i profeti non conoscessero l’esatta fisionomia del Messia, essi vissero e predicarono totalmente orientati verso Dio e il futuro Messia. Per questo i profeti vanno letti alla luce di Gesù per essere veramente compresi. Gesù Cristo è colui che realizza pienamente tutti gli annunci profetici dell’Antico Testamento. Certo i libri profetici non sono come i vangeli, non riportano le parole di Gesù e non raccontano i suoi miracoli come fanno i vangeli, ma se letti alla luce di Gesù si possono ricavare le sue tracce e avere un quadro preparatorio che anticipa i vangeli. Gesù è presente nei profeti non solo nelle profezie che si riscontrano nei vari libri profetici, ma in ogni aspetto che l’essere profeta significa ed esprime. Gesù predica come gli antichi profeti, compie gesti simbolici come loro, viene rifiutato e perseguitato come molti profeti. Tuttavia egli non è semplicemente uno dei tanti profeti, bensì è il profeta che doveva venire. Gesù è profeta ma è più che Mosè o Elia: egli è il Figlio di Dio e il Messia che adempie ogni Scrittura. Ciò significa che in lui Dio si rivela pienamente, in lui possiamo ascoltare la prima e l’ultima parola di Dio. I cristiani che leggono i profeti dell’Antico Testamento alla luce di Gesù Cristo comprendono pienamente il messaggio profetico e ascoltano Dio che gli parla.

Paolo Mirabelli

24 aprile 2023

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.