Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Per molti secoli la maggior parte delle persone in Occidente ha letto la Bibbia in maniera ingenua, sincera, senza pregiudizi, credendo che tutte le cose in essa raccontate fossero vere e che tutto fosse accaduto così come è scritto. Fino a qualche secolo fa l’Antico Testamento costituiva l’unica fonte di informazione su un vasto settore della storia dell’umanità. A partire dal 1800 le ricerche storiche e le scoperte archeologiche hanno portato al rinvenimento e alla decifrazione di documenti antichi (egiziani, babilonesi, cananei, hittiti e altri ancora) e di testi mitologici. Molti studiosi hanno visto in tutti questi testi una conferma di quanto diceva la Bibbia, altri invece hanno cominciato a dubitare e a mettere sotto accusa proprio la Bibbia, considerandola uno dei tanti libri sacri dell’Oriente Antico. Molti studiosi hanno cominciato a dire che gli scrittori biblici di Israele hanno preso in prestito dai popoli vicini i loro miti e i loro racconti leggendari per scrivere interi libri dell’Antico Testamento. Con l’avvento poi della critica moderna è sorto un atteggiamento a classificare come leggendario o mitologico tutto ciò che nella narrazione biblica va oltre l’ordinario degli eventi naturali, tutto ciò che riveste il carattere di miracolo. Inizialmente si contestavano i racconti miracolosi dell’Antico Testamento, poi si è passati al Nuovo Testamento, mettendo in dubbio persino la nascita verginale e la resurrezione di Gesù. Per chi come noi crede in Dio non ha difficoltà ad ammettere la possibilità di un intervento diretto di Dio nel mondo. Come fatto constatabile e documentabile, il miracolo è un fatto storico. Se prendiamo, per esempio, il racconto della risurrezione di Lazzaro possiamo dire che esso è un miracolo, in quanto è la potenza del Signore che risuscita il morto, ed è un fatto storico, in quanto accaduto nello spazio (Betania) e nel tempo (prima della crocifissione di Gesù).


Un tempo le storie di Adamo, di Abramo, di Giuseppe, di Mosè e di tutti gli altri personaggi biblici venivano lette come pagine di storia, come parte della grande storia della salvezza. Oggi si critica questo modo ingenuo di leggere la Bibbia, perché ritenuto pre-scientifico. Oggi quei testi non sono più considerati storici. Studiosi come Gianfranco Ravasi affermano che non sia possibile definire i racconti della Genesi pagine di storia: “La storia, di sua natura, suppone la documentazione da cui non si può prescindere e che nel nostro caso è ovviamente impossibile”. Anche qui c’è un equivoco e un pregiudizio. L’equivoco. È vero, la Bibbia non è scritta con le note a piè di pagina, come i testi scientifici. È vero, la storia scritta ha bisogno di documentazione, ma la storia intesa come evento o avvenimento di quanto accade nel tempo e nello spazio non ha bisogno di attestati scritti per essere vera. Non tutto ciò che accade nella storia viene registrato nei libri di storia. La storia come insieme di eventi che accadono nel tempo e nello spazio è molto più grande dei libri di storia. Il pregiudizio è sempre lo stesso: lo scetticismo di fronte al soprannaturale.


Lo scrittore greco Erodoto, che visse nel V secolo avanti Cristo, è considerato il padre della storia. Prima di lui, il passato di un popolo aveva poca importanza, se non come ideologia o propaganda politica per certi monarchi visionari. Gli scrittori biblici invece danno molto importanza al tempo (presente, passato e futuro), per questo scrivono sotto ispirazione di Dio la storia dei patriarchi e di Israele. Le storie o la storia che essi scrivono va oltre il semplice racconto di fatti e di personaggi del passato: il valore dell’Antico Testamento non è tanto dovuto al solo fatto che sia un libro storico (esistono molti libri di storia dei popoli antichi, eppure non hanno alcun valore salvifico), quanto al fatto che esso racconta e testimonia dell’intervento di Dio nelle vicende umane, per la salvezza del mondo, che di tutta la Bibbia è il messaggio fondamentale.


L’Antico Testamento, insieme con il Nuovo, si pone allora come documento scritto dell’intervento di Dio nella storia umana, mediante un popolo, Israele, dal quale è nato Gesù Cristo, il Salvatore del mondo. Tutto l’Antico Testamento entra nella storia ed è impregnato di storia. C’è nella Bibbia un contenuto più profondo, importante e impegnativo di quello storico: è il contenuto della storia della salvezza. Il racconto della storia della salvezza non è contenuto soltanto nei libri cosiddetti “storici” dell’Antico Testamento, ma in tutte le altre parti: nei libri profetici, che richiamano i fatti passati e indicano il futuro di Dio; nelle preghiere dei Salmi e nei libri sapienziali, che leggono le vicende del singolo individuo e del popolo eletto alla luce della Parola di Dio. Questa meravigliosa storia della salvezza attraversa tutto l’Antico Testamento e si compie in Gesù Cristo.

Paolo Mirabelli

30 gennaio 2023

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.