Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Lo so che oggi c’è un certo imbarazzo nel dire che la Bibbia è ispirata da Dio. Chi lo dice rischia di essere tacciato di fondamentalismo e di fanatismo o di essere accusato di credere che la Bibbia sia stata scritta sotto “dettatura di Dio”. Chi oggi ascolta questa affermazione prova fastidio perché non vuole confrontarsi con un libro che pretende di essere Parola di Dio, dunque normativa. Dire che la Bibbia è ispirata non significa negare il ruolo che l’autore umano ha avuto nello scrivere il libro. Dire che la Bibbia è ispirata significa dire che essa è il Libro di Dio. “Che altro è la Bibbia se non una lettera di Dio onnipotente alla sua creatura?” (Gregorio Magno). Dire che la Bibbia è ispirata significa credere che essa è un libro vivo, che “non è né antica né moderna, ma è eterna” (Martin Lutero). Dire che la Bibbia è ispirata significa che chi la legge sa di leggere la Parola di Dio e chi l’ascolta sa di ascoltare Dio che parla. “Il lettore è salito al suo posto, è Cristo che non tace. Quando il predicatore parla secondo verità, è Cristo che parla” (Agostino di Ippona).


“Tutta la Scrittura è ispirata da Dio” (2 Timoteo 3,16). Nel testo greco (come in italiano) il verbo è al passivo e ciò significa che le Scritture sono ispirate da Dio, che Dio vi ha soffiato il suo Spirito. Questa idea richiama il tema profetico del soffio o Spirito di Dio, quella manifestazione dinamica della azione di Dio nel mondo. Oggi c’è la tendenza, da parte di alcuni esegeti storico-critici, di dire che ispirata significa che “ispira Dio”. È come un bel tramonto che mi emoziona, mi ispira buoni sentimenti e mi fa pensare al Creatore. La Bibbia viene così considerata alla pari della letteratura, della poesia, dell’arte, della musica, e di tutto ciò che ispira l’uomo e lo fa pensare al “Dio che è là”. La Bibbia ispira Dio: la frase ha un suo valore positivo, se si intende dire che la Bibbia rivela e mette dentro di noi Dio, infatti nel dialogo tra Dio e l’uomo, che avviene mediante la Bibbia ad opera dello Spirito, Dio si rivela e si comunica all’uomo.


In tutta la storia della salvezza, in tutti i libri della Bibbia, l’azione dello Spirito è un dinamismo e movimento che dà vita. Il primo uomo, formato dalla polvere della terra, riceve vita soltanto quando Dio soffia il suo Spirito in lui. Nella valle delle ossa di Ezechiele è lo Spirito che porta la vita. Le parole di Gesù sono “spirito e vita”: questo è un binomio inscindibile, non c’è vita senza lo Spirito di Dio. Dire che tutta la Scrittura è ispirata da Dio significa dire che Dio vi ha soffiato dentro il suo Spirito, significa che l’azione dello Spirito Santo ispira l’agiografo (lo scrittore) perché metta per iscritto determinate cose e non altre. La Bibbia è ispirata non perché scritta nel passato, al tempo di Mosè o dell’apostolo Paolo, ma è ispirata perché in essa c’è lo Spirito Santo. Quindi la Bibbia è un libro vivo; un testo, come direbbe Pascal, che “respira”, una parola sempre attuale, potente, efficace. La Bibbia è una spada affilata a due tagli; una lampada che fa luce e illumina il sentiero dei giusti. “La tua parola”, dice il Salmista, “mi vivifica”; oppure “vivificami secondo la tua parola”.


Come per il primo uomo, l’azione del soffio di Dio non solo ha dato vita al pupazzo di polvere e terra, ma lo ha anche mantenuto in vita per tutta la durata dei suoi anni. Ogni essere vivente muore quando il Signore ritira il suo Spirito. Come nell’attività profetica, è lo Spirito di Dio che muove il profeta, che lo fa parlare e operare durante tutto il suo ministero: se cessa lo Spirito, il profeta non ha più nulla da dire come profeta. Così è della Bibbia: Dio ha messo il suo Spirito nella Scrittura, e questo rende la Bibbia un libro vivo. Gesù dice: “Cielo e terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. Lo Spirito che ha ispirato la Scrittura è lo stesso Spirito che vive dentro ogni cristiano; lo Spirito che ha ispirato l’agiografo a scrivere il libro è lo stesso Spirito che guida il cristiano che legge la Bibbia in atteggiamento di preghiera: questo crea un dialogo tra Dio e il lettore credente. Poiché la Scrittura è ispirata da Dio, poiché lo Spirito è nel Libro, Dio è presente nelle sue parole; e attraverso le parole del Libro, noi incontriamo il Dio della Parola. Quando leggo una lettera scritta da mio padre, morto ormai da molti anni, la lettura mi suscita molte emozioni e ricordi, ma mio padre non c’è più, non ascolto più la sua voce, non c’è più nessun dialogo tra me e lui. Non è così per la lettura della Bibbia: le sue parole sono le parole di Dio, del Dio sempre vivo ed eterno, e io sono vivo, e attraverso la Bibbia Dio mi parla come Padre e io l’ascolto come figlio. Tutto l’Antico Testamento può essere riassunto in una frase: “Ascolta, Israele; ascolta Dio che ti parla e ti dona la vita”. E nel Nuovo Testamento è Dio che dice: “Questo è mio Figlio, ascoltatelo”.

Paolo Mirabelli

20 ottobre 2022

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.