Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Tutti sanno cos’è un treno. A tutti è capitato di viaggiare in treno. Tutti sanno che il treno viaggia su dei binari della ferrovia. La Bibbia è per il cristiano ciò che i binari della ferrovia sono per il treno. La Bibbia in quanto ispirata da Dio ha carattere normativo per il cristiano. Senza la Bibbia si perde il fondamento e il riferimento della vita di fede. Senza la Bibbia che fa da arbitro, chi stabilisce ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? Sin dai primi secoli i cristiani hanno usato la Bibbia per risolvere le dispute, per combattere le eresie, per annunciare il messaggio di salvezza, per stabilire le chiese, per affermare la verità di Dio. Poi nel XVIII secolo un nuovo modo di leggere e di approcciarsi alla Bibbia ha cominciato a farsi strada, seminando dubbi nei cuori e nelle menti delle persone, creando scandali anziché edificare la fede dei credenti. Tutti gli insegnamenti e i libri della Bibbia furono messi in discussione, persino i vangeli. La nascita da una vergine, i miracoli, la morte in croce e la risurrezione furono screditati e ritenuti racconti mitici di una cultura premoderna e prescientifica. Alcuni arrivarono a dire: “A noi non sono giunte le parole di Gesù, ma le parole che i suoi discepoli hanno voluto tramandarci a distanza di alcuni decenni”. Oggi, dopo circa cento anni di attacchi, molti esegeti onesti stanno riscoprendo la datazione antica dei vangeli. In gioco non è una data: sapere per esempio che il vangelo di Matteo è stato scritto negli anni sessanta o negli anni settanta dopo Cristo non cambia nulla per la nostra fede. In gioco è l’essenza stessa dei vangeli: che cosa essi sono veramente. Se i vangeli sono la testimonianza di fede dei discepoli o la tradizione scritta delle prime comunità cristiane, perché dovrebbero interessare anche noi e perché dovrebbero essere creduti come Parola di Dio?


La Bibbia stessa afferma (in diversi modi) di contenere tutte le parole di Dio dette nella storia della salvezza dai profeti e dagli apostoli e scritte per volontà di Dio e ispirazione divina. Paradigmatico a tal proposito è il capitolo 36 del libro di Geremia, dove il Signore chiede al profeta di scrivere tutte le sue parole in un rotolo (lo fa riscrivere di nuovo, dopo che il re lo aveva fatto bruciare). Noi oggi leggiamo quelle stesse parole di Dio nel Libro di Dio. Per leggere la Bibbia non è necessario essere dei biblisti o degli esegeti di lungo corso. Occorre piuttosto farsi guidare dallo Spirito Santo e dallo stesso testo biblico. Ci sono di aiuto le domande che Gesù pone al dottore della legge che gli chiede cosa fare per avere la vita: “Maestro, cosa dovrò fare per ereditare la vita eterna?” (Luca 10,25). Gesù lo rimanda alle Scritture e gli pone due domande: “Nella legge che sta scritto? Come leggi?” (10,26). La prima domanda ci aiuta a riflettere su che cosa contiene in sé la Bibbia, la seconda sul modo di leggerla. La lettura della Bibbia, come avviene in tutte le espressioni fondamentali della parola umana, ha tre livelli: informativo, appellativo, esperienziale. A livello informativo la Bibbia ci dice che cosa è avvenuto. Quando leggiamo, per esempio, la storia di Abramo o di Mosè o di Davide veniamo a conoscere molte informazioni: Abramo è un vecchio senza figli che vive in Ur dei Caldei; Mosè un ebreo che si propone di liberare il suo popolo; Davide un giovane pastore che diventa re di Israele. Se dall’Antico Testamento passiamo al Nuovo, leggiamo di Gesù, del suo insegnamento, dei suoi miracoli, della morte in croce e della risurrezione; ci sono poi anche le vicende delle prime comunità. La Bibbia è piena di informazioni. È evidente che chi conosce la storia, l’archeologia, il pensiero, le lingue antiche, oltre al messaggio immediato, che è per tutti, coglie anche una ricchezza di dati e informazioni. Questo primo livello di lettura e di informazione è necessario, ma, se non ci lasciamo interpellare dalla Scrittura, rimane una semplice conoscenza di fatti e di personaggi del passato. Oltre all’aspetto informativo c’è anche il livello appellativo: la Bibbia mi interpella direttamente, mi parla, mi commuove, mi giudica. La Bibbia parla a me e di me. Nella storia di Abramo o nella liberazione di Israele, io vedo la grande storia della salvezza in Gesù Cristo, che è la mia storia. Se nel livello informativo sono io che interrogo la Bibbia, nel secondo livello è la Bibbia che interroga me e che dà senso e risposte alle grandi domande della vita umana. Infine c’è il livello esperienziale: quello in cui si incontra colui che è la via, la verità e la vita. La Bibbia non solo ci informa su cosa è accaduto nella storia e non solo ci interpella, ma rivela Dio nel Figlio, tramite lo Spirito. Nella morte in croce c’è il Signore svuotato e diventato servo per salvare l’uomo; nella risurrezione c’è la potenza di Dio che vince la morte e dona la vita.

Paolo Mirabelli

18 ottobre 2022

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.