Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

La guarigione della donna curva è raccontata dal vangelo di Luca nel capitolo 13,10-17. Il miracolo avvenne di sabato. Durante il suo viaggio di salita verso Gerusalemme, Gesù entrò in una sinagoga in giorno di sabato e, come era solito, stava insegnando. Tra i presenti al culto sinagogale c’era una donna curva. Luca descrive così la sua condizione: “da diciotto anni aveva uno spirito di infermità ed era tutta curva e incapace di raddrizzarsi in alcun modo”. La malattia della donna viene attribuita da Luca (che era un medico) a “uno spirito di infermità”, a “Satana che la teneva legata”. Oggi c’è un certo scetticismo da parte di alcuni ad accogliere come vero questo dato. Ma una esegesi che non rispetta il dato biblico fa violenza ai testi e non trova altra giustificazione se non nel “dogma laico” che nega l’esistenza di Satana e del soprannaturale, e riconduce tutto ciò che accade a fenomeni fisici e naturali. Non è detto che la donna era indemoniata, violenta e malvagia, piuttosto era la sua malattia a essere cattiva. Nonostante Satana avesse causato l’infermità e benché malata da molti anni, la donna era regolarmente nella sinagoga alla presenza di Dio.


Luca descrive la donna come piegata in due, nell’assoluta impossibilità di assumere la posizione eretta. Nessuno, né la donna, né i presenti nella sinagoga, né il capo stesso della sinagoga, fecero notare la condizione che gravava su quella donna. È Gesù che prese l’iniziativa. È lo sguardo di Gesù che raggiunse la donna.  Avendola vista, Gesù interruppe o completò il suo insegnamento, la chiamò a sé e le disse: “Donna, sei liberata dalla tua infermità. E pose le mani su di lei, ed ella in quell’istante fu raddrizzata e glorificava Dio”. Ormai diritta, la donna era di nuovo nella posizione propria della persona umana e in grado di entrare in relazione con gli altri, potendoli guardare negli occhi. La donna sentì di essere risanata e ricreata nel suo essere. Lei attribuì a Dio la sua guarigione e rispose con la lode: pubblicamente, nella sinagoga, glorificava Dio. L’imposizione delle mani da parte di Gesù e la glorificazione di Dio da parte del guarito sono tratti costanti di Luca. Alla fine del racconto c’è il duplice e opposto effetto che la guarigione della donna e l’insegnamento di Gesù ebbero sui presenti: mentre il capo della sinagoga e gli avversari di Gesù erano accecati e confusi, la moltitudine gioiva per le opere gloriose compiute da Gesù.


Alla guarigione della donna seguì la reazione del capo della sinagoga. Egli non lesse l’avvenimento come opera di Dio, ma lo criticò come una violazione alla realtà del giorno del sabato. La donna, il miracolo della guarigione, la lode che lei elevò a Dio proprio di sabato, non lo toccarono, non gli trasmisero nulla. Non parlò direttamente con Gesù, ma se la prese con gli infermi perché cercavano guarigione in giorno di sabato. Ci chiediamo come si possa essere così ciechi e insensibili.


La reazione di Gesù condannò l’ipocrisia del capo della sinagoga e dei suoi avversari (in prevalenza farisei e scribi) e chiarì, nel suo insegnamento, perché la guarigione della donna non era affatto una violazione del comandamento del sabato. Nel giorno di sabato, in cui si ricordava la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù egiziana (Deuteronomio 5,6-15), aveva senso lasciare quella donna, che era una figlia di Abramo, “legata da Satana”?


Per circa venti anni della sua vita la donna fu costretta a guardare in basso e a non potere alzare la schiena e gli occhi verso il cielo. Gesù vide la donna curva non soltanto nel corpo, ma anche nella sua vocazione profonda e originaria di donna e di figlia di Abramo. Il limite fisico e il legame di Satana erano una distorsione e una opposizione al disegno creativo di Dio. Gesù liberò la donna e la restituì alla sua vocazione originaria. In Gesù si compiono di nuovo le meraviglie dell’esodo. Le parole e l’insegnamento di Gesù nella sinagoga sono una liberazione dalle distorsioni e dai legami che le tradizioni farisaiche avevano apportato al comandamento del sabato. Gesù ha raddrizzato non solo la donna, ma anche il culto, restituendolo alla verità.


Nella guarigione della donna curva noi scorgiamo il segno vivente e visibile dell’opera di Dio in favore nostro e degli uomini che Satana tiene legati da molti anni. Come quella donna, anche noi siamo nella impossibilità di liberarci da soli dai legami di Satana, del peccato e della morte. Gesù ci ha liberati e raddrizzati. La donna curva, che di nulla poteva vantarsi, come donna e come inferma, diventa la nostra lode al Signore. Mentre gli avversari di Gesù sono confusi e si vergognano, noi, e tanti altri, riconosciamo con gioia tutte le meraviglie che Gesù compie nella vita.

Paolo Mirabelli

10 ottobre 2022

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