Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

In ogni casa c’è una libreria più o meno grande dove ci sono libri di vario genere. Libri di scuola. Libri di cucina. Libri di storia. Libri di matematica. Libri di geografia. Libri di economia. Libri di fisica. Libri di politica. Libri di sociologia. Libri di filosofia. Libri di religione. Libri di teologia. Libri per il fai da te. Libri su dove trascorrere le vacanze. Libri per la cura del corpo. Leggere il titolo del libro, riportato in copertina, aiuta a capire subito il genere di libro, di cosa parla e qual è l’argomento trattato. Se i libri fossero senza titolo, si faticherebbe molto a capirne il contenuto. Non basta aprire un libro e leggere alcune righe o la prima pagina per sapere di cosa parla: a volte è necessario leggerne diverse pagine. Il titolo del libro serve proprio a dire in poche parole qual è il contenuto e l’argomento del libro.


La Bibbia è un libro. Il libro più diffuso. Un tempo pure il libro più letto e conosciuto al mondo. In realtà la Bibbia è formata di 66 libri: 39 per l’Antico Testamento e 27 per il Nuovo Testamento. Ma il motivo per cui sono stati raccolti in un unico volume è perché nel loro insieme costituiscono un unico libro: il Libro di Dio. Gli antichi codici che sono pervenuti sino a noi, per esempio il Sinaitico o il Vaticano, si presentano come dei grandi volumi. Ma non basta citare i codici per sostenere che la Bibbia sia un unico grande libro. Il motivo è un altro. La Bibbia parla di Abramo e di Giobbe, di Giacobbe e di Mosè, di Giosuè e di Sansone, di Davide e di Salomone; di Isaia e di Geremia, di Paolo e di Pietro, di Maria madre di Gesù e della Maddalena, degli ebrei e dei cristiani. Tante storie, affollate di personaggi. Storie di vittorie e storie di sconfitte. Storie a lieto fine e storie tristi. Storie che rimangono impresse nel cuore e storie che vorremmo presto dimenticare. Ma non è nemmeno questo il motivo che rende la Bibbia un unico libro. Un vecchio professore di teologia era solito chiedere: “Che cosa accomuna i libri del Nuovo Testamento? Qual è il denominatore comune? La risurrezione dei morti? No, sono più i libri che non ne parlano che i libri che ne parlano.  La Cena del Signore? No, ci sono libri dove non c’è nemmeno un accenno alla Cena. La preghiera? No, ci sono libri dove non se ne parla. Ciò che accomuna i libri del Nuovo Testamento è la confessione di fede in Gesù Cristo. È questo il denominatore comune”. È vero, tutti i libri del Nuovo Testamento parlano di Gesù Cristo, ma anche quelli dell’Antico Testamento parlano di Gesù.


Gesù ai discepoli di Emmaus: “E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano.” (Luca 24,27). A Gerusalemme, agli undici e coloro che erano con loro, Gesù disse: “Queste sono le cose che io vi dicevo quando ero ancora con voi: che si dovevano compiere tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi”. (Luca 24,44). Legge di Mosè, Profeti e Salmi: era la triplice divisione delle Scritture al tempo di Gesù.  È come se dicesse: “Tutto l’Antico Testamento parla di me”. Ne parla certamente nelle profezie e non solo. Ne parla nelle promesse ad Abramo e nella storia dell’erede (due anziani vecchi e sterili). Ne parla nel sistema levitico sacrificale. Ne parla nei Carmi del Servo del Signore. Ne parla nella sofferenza del giusto. Ne parla nella gioia dei fedeli. Ne parla nella storia di Giobbe e in quella di Giuseppe. Ne parla nella storia di Giona e in quella del re Davide. Ne parla nelle istituzioni, nelle leggi, nelle feste, nelle promesse, nelle attese. Ne parla nelle preghiere e nei canti, nei Salmi e nella sapienza dei Proverbi. La pasqua rimanda a Gesù. Il riposo sabatico trova in lui il suo compimento. Ne parla in forma diretta e indiretta: con allusioni e citazioni, rimandi e profezie, sapienza e ricerca. Ne parla nei nomi e nei numeri. Ne parla in interi capitoli e in piccoli frammenti di scrittura. Tutto l’Antico Testamento dice: Gesù deve venire. Il Nuovo: Gesù è venuto. È lui che ci parla del Padre, ed è per mezzo di lui che riceviamo lo Spirito Santo. È lui che ci spiega le Scritture. È lui che dà senso alla fede, alla preghiera, alla risurrezione, alla vita. È lui la chiave di lettura di tutta la Bibbia. L’Antico Testamento senza Gesù rimane un libro velato nel suo significato più profondo (2 Corinzi 3,14-15). “La testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia” (Apocalisse 19,10).


Ecco allora il titolo da dare alla Bibbia: Gesù Cristo. Leggere la Bibbia sapendo che essa racconta la grande e meravigliosa storia d’amore di Dio per il mondo, compiuta nel Figlio, aiuta molto a capire anche quelle pagine oscure, che a volte disturbano e turbano. E allora, quando leggiamo la Bibbia, anche se iniziamo dalla Genesi, ricordiamoci sempre che il titolo del Libro è: Gesù Cristo.

Paolo Mirabelli

15 giugno 2022

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.