Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Luca ha una predilezione per le parabole. Nei circa 10 capitoli che formano la “sezione del viaggio” (9,51-18,14) sono raccontate una ventina di parabole, alcune assai sviluppate e lunghe. Il numero delle parabole (o il complesso parabolico) risulterebbe ancora più grande qualora si includessero nell’elenco gli elementi e gli abbozzi di parabola, come: “tenete i fianchi cinti e le lampade accese”. È innegabile che una tale cascata di parabole conferisce una tonalità particolare al vangelo di Luca, coi caldi colori delle parabole, a volte vivaci e teneri, altre volte intensi e persino duri. È certamente utile dedicarsi allo studio delle singole parabole, prese per se stesse, ma è altrettanto utile studiarne i raggruppamenti o i gruppi di parabole, per cogliere i grandi temi del terzo vangelo. La quantità di parabole di questo vangelo infatti rivela l’interesse di Luca per una certa predicazione, resa gradita dai racconti e dai colori delle parabole, e certi aspetti della persona di Gesù. L’ideale del vangelo è “sedersi ai piedi di Gesù e ascoltarlo” (10,39-42).


Se si guardano i titoli e l’elenco delle parabole di Gesù in Luca, nella “sezione del viaggio”, si nota subito una particolarità: le parabole di Gesù in Luca si interessano, come narrazione, all’uomo. Non manca certo il riferimento alla campagna e all’agricoltura, ma è soprattutto il comportamento degli uomini (giusto o sbagliato) che interessa al terzo vangelo. Nella sola “sezione del viaggio” ce ne sono otto: l’amico importuno, l’invitato umile, l’ospite generoso, gli invitati che rifiutano l’invito, il figlio prodigo, l’amministratore infedele, il giudice iniquo, le mine. È il comportamento dell’uomo che permette la comparazione della parabola e la trasposizione da un contesto a quello inteso da Gesù.  È il comportamento dell’uomo che ispira la parabola (a differenza, ad esempio, dell’olio e la lampada o del seme gettato in terra). È come se Gesù dicesse: “La vita dell’uomo è una parabola, un insegnamento dal quale imparare bene come comportarsi”. Queste parabole sono un messaggio per l’uomo, racconti in cui il vangelo si curva sull’uomo per parlare della salvezza all’uomo. In diverse parabole, la focalizzazione sull’uomo è tale che la trasposizione avviene senza nemmeno pensarci: il comportamento umano diventa un esempio immediato del comportamento che bisogna avere nei confronti del regno di Dio. Nella “sezione del viaggio” ci sono almeno quattro parabole di questo tipo: il buon samaritano (essere prossimo di chi è nel bisogno, senza stare a chiedersi a quale razza appartenga), il ricco stolto (un cattivo esempio di fiducia nelle ricchezze, che non possono dare la vita), il ricco e Lazzaro (ammesso che si tratti di una parabola; l’uso delle ricchezze), il fariseo e il pubblicano (un esempio sbagliato e uno corretto di preghiera). In questo tipo di parabole occorre semplicemente osservare il comportamento dell’uomo, imparare e imitare (il bene, non il male). Sono scene di vita, descrizioni di momenti di vita. Sono parabole appunto, come lo stesso vangelo le chiama (12,16; 18,9), che dietro il racconto hanno un insegnamento.


I tre capitoli centrali della “sezione di viaggio”, i capitoli 14-16, meritano una parola di commento ulteriore per l’intensità e la ricchezza del messaggio. Il capitolo 15 poi costituisce il centro, il cuore del vangelo di Luca, con le sue “parabole della misericordia di Dio”. In poche pagine emerge tutto l’amore misericordioso di Dio. In questi tre capitoli (14-16) ci sono dieci parabole, che possiamo raggruppare in quattro gruppi. Le parabole dell’invito di Dio. Durante un banchetto Gesù pronuncia tre parabole: la prima rivolta agli invitati che poco umilmente si contendono i primi posti (14,7-11); la seconda a colui che lo aveva invitato, che poco generosamente aveva invitato alla sua cena solo persone ricche ed importanti, scartando gli ultimi, perché alla ricerca del contraccambio (14,12-14); la terza è un invito rivolto a tutti ad accogliere l’invito a “mangiare il pane nel regno di Dio” (14,15-24). Le parabole della sequela. Sono due piccole parabole: quella della torre (14,28-30) e quella della guerra (14,31-33). Le parabole della misericordia di Dio. Ai farisei che si scandalizzavano per l’accoglienza da lui rivolta ai peccatori, Gesù pronuncia tre parabole: la pecora smarrita (15,3-7), la dramma perduta (15,8-10), il figlio prodigo (15,11-32). Un capolavoro di letteratura, una fonte di insegnamenti. Sono parabole che rivelano l’amore di Dio verso gli uomini peccatori: li ricerca, li chiama, li accoglie. Le parabole sulle ricchezze. La parabola dell’amministratore infedele licenziato (16,1-9) evidenzia l’avvedutezza nell’assicurarsi un futuro. Quella del ricco e Lazzaro (16,19-31) evidenzia come l’uso sbagliato delle ricchezze ha conseguenze irrimediabili.

Paolo Mirabelli

04 ottobre 2021

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“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

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