Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Nei capitoli 2 e 3 del vangelo di Marco (2,1-3,6) sono riportate cinque controversie galilaiche: la guarigione del paralitico di Capernaum (2,1-12); la vocazione di Levi e il pranzo con i peccatori (2,13-17); la questione del digiuno (2,18-22); le spighe raccolte in giorno di sabato (2,23-28); la guarigione dell’uomo dalla mano inaridita (3,1-6). Si tratta di un insieme di fatti e di racconti ben definiti e individuabili, da formare una specie di capitolo o di piccolo libretto del vangelo stesso. Tali controversie galilaiche sono ovviamente da distinguere dalle controversie di Gerusalemme, riportate nei capitoli 11 e 12 di Marco. Esse sono, per certi versi, come il sermone sul monte del vangelo di Matteo. Tra un episodio e l’altro non c’è solo un legame narrativo, ma anche teologico: mostrare la persona e l’opera salvifica di Gesù e il contrasto con le autorità religiose del tempo. In merito al tempo e al luogo: due avvengono in giorno di sabato (2,23; 3,2); due in Capernaum (2,1; 3,1); uno sulla riva del mare (2,13); uno in campagna (2,23); non ci sono indicazioni sul digiuno. Più che l’aspetto temporale o l’identificazione del luogo, a Marco interessa dare sistematicità al suo racconto (vangelo). A dare una tonalità di lotta alle controversie, appaiono in scena tutti i nemici tradizionali di Gesù: gli scribi (2,6.16); i farisei (2,16.18.24; 3,6); gli erodiani (3,6). Non ci sono solo accuse in questi eventi, ma alla fine delle dispute c’è un complotto mortale contro Gesù: “I farisei usciti tennero consiglio con gli erodiani contro di lui per farlo morire” (3,6). L’opposizione è in crescendo: prima è nella mente degli oppositori (2,16); poi è contro i discepoli di Gesù (2,16); poi ancora contro Gesù stesso (2,18.24); infine c’è la volontà di ucciderlo (3,6).


Queste cinque controversie galilaiche, incentrate sulla persona e sulla missione di Gesù, mediante un serrato confronto con il mondo giudaico del tempo e le autorità religiose del popolo, ci aiutano a cogliere alcuni aspetti dottrinali e teologici di Marco: chi è Gesù e perché il mondo religioso del suo tempo lo avversa e rigetta? In esse emergono gli stati d’animo di Gesù, come l’ira o l’indignazione e l’amarezza per l’indurimento del cuore e l’incredulità, e delle verità sulla sua identità e missione. A mo’ d’esempio, eccone alcune: il potere di Gesù di rimettere i peccati e la sua amicizia con i peccatori; la sua autorità sovrana sul sabato; lo spirito nuovo del Vangelo espresso in forme nuove. E poiché queste affermazioni appaiono in diretto contrasto con le idee delle guide giudaiche del tempo, ciò porta a delle conclusioni. La prima, Gesù è portatore di una novità che esclude qualsiasi accordo o compromesso con la religiosità dei farisei o di altri gruppi. La seconda, il contrasto e la forte opposizione ricevuta dai capi ebraici mostra il clima nel quale Gesù svolge il suo ministero e pone la sua missione all’ombra della croce. All’entusiasmo e accoglienza del popolo si contrappone il rifiuto e le lotte delle autorità religiose. Con queste controversie galilaiche Marco fornisce un dato storico e teologico che riscontriamo anche negli altri vangeli: l’opposizione dei capi giudei a Gesù. Giovanni usa il termine “giudeo” per indicare i nemici di Gesù. Inoltre, con le dispute Marco offre un parallelo con il sermone sul monte di Matteo, e con la censura di scribi e farisei del capitolo 23 del primo vangelo. Sia nelle dispute di Marco sia nel sermone sul monte di Matteo riscontriamo il tema del disaccordo con i capi è la controversia sulla legge di Mosè. Appare comunque evidente in entrambi i vangeli la novità e la superiorità del messaggio di Gesù.


Diamo infine uno sguardo alle singole dispute: non un commento, ma solo dei titoli e un sommario. Prima disputa: guarigione del paralitico. Gesù mostra di essere il Figlio dell’uomo che ha il potere di perdonare i peccati (dono messianico, Geremia 31,34). È accusato di bestemmia, perché secondo i rabbini solo Dio può perdonare i peccati. Seconda disputa: vocazione di Levi e commensalità con i peccatori. La chiamata è libera, la risposta è pronta. I farisei sono scandalizzati per la comunanza di mensa con i peccatori. Gesù risponde prima con un proverbio e poi con una sentenza sulla chiamata dei peccatori. Terza disputa: il digiuno. I discepoli di Gesù non digiunano perché la presenza dello sposo Gesù segna il tempo della gioia. Il Vangelo non è un vecchio sistema riformato, ma è spirito nuovo in forme nuove. Quarta disputa: le spighe di sabato. Il sabato è fatto per l’uomo, non l’uomo per il sabato. Gesù è signore del sabato. Quinta disputa: guarigione dell’uomo dalla mano paralitica. C’è una attenzione spionistica dei farisei contro il Maestro di Nazaret. Gesù riporta l’uomo al centro e afferma che è sempre lecito fare del bene. La dottrina farisaica è contro il bene dell’uomo.

Paolo Mirabelli

28 maggio 2021

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“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

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