Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Chi sono i nemici da combattere, Davide o i filistei? Tutti saprebbero rispondere a questa domanda, eccetto Saul. Per Saul il nemico è Davide, non i filistei. Uno del suo stesso popolo diventa il nemico da inseguire ovunque, e da abbattere. Saul inseguirà Davide sino ai confini del suo regno, sino alla fine di primo libro di Samuele, sino alla fine della propria vita. Saul è vittima del suo stesso odio e della sua gelosia; è accecato dalla brama di potere. Saul non ha altro scopo se non l’eliminazione di Davide. La sua guerra personale è contro Davide, non ha altre battaglie da fare, ma si tratta di un conflitto impari tra inseguito e inseguitore, perché Davide ha l’appoggio di Dio. Davide, invece, nonostante la situazione difficile di fuggitivo, riesce ad aiutare la sua gente, la tribù di Giuda; riesce a liberarli dalle mani dei filistei. Perché Davide riesce nelle sue imprese? Perché consulta Dio prima di agire, perché prega prima prendere una decisione. Prima di essere un uomo di azione, Davide è un uomo che cerca Dio, un uomo di Dio, un uomo di preghiera. Davide continua a fuggire da Saul ma non fa nulla senza prima aver consultato Dio. Il Signore mette in grado Davide di riportare la vittoria sui filistei e di continuare ad eludere la morsa di Saul. Davide ha pure l’appoggio dell’unico sacerdote scampato. Gionata, figlio di Saul, riconosce che Davide sarà il prossimo re. Persino Saul dovrà riconoscere che Davide è innocente e che dovrà essere il prossimo re (24,21). Davide ha un animo nobile: non ha mai agito, e mai agirà, contro l’unto (Saul) del Signore, neanche quando ha l’opportunità di farlo. Saul è sempre più in declino, Davide in ascesa.


23,1-6. Giunge a Davide notizia che i filistei stanno attaccando e saccheggiando la città di Cheila, a circa venti chilometri da Betlemme, nei pressi del confine filisteo. Davide interrompe la fuga per combattere contro i filistei. La sua gente però ha paura. Davide consulta il Signore due volte: chiede se deve attaccare i filistei e se li può battere. Nella risposta riceve l’approvazione divina e gli viene assicurata la vittoria. Ma il popolo, forse per paura, ripagò il suo favore tradendolo di fronte a Saul. La liberazione di Cheila dalle mani dei filistei è uno dei molti esempi con cui Davide testimonia la propria fedeltà a Dio e al suo popolo e si assicura anche sostentamento. Abiatar si rifugia presso Davide a Cheila e porta l’efod con sé, così Davide può consultare il Signore facilmente.


23,7-12. Saul viene informato degli spostamenti di Davide e cerca di prenderlo nella morsa della “città che ha porte e sbarre”. Davide chiama il sacerdote, consulta nuovamente il Signore e prega. Gli rivolge due domande. Cheila lo proteggerà? Saul scenderà a Cheila, come si dice? Il Signore risponde solo a una domanda: “Vi daranno nelle sue mani”. Dio prevede anche i futuri condizionati, cioè ciò che l’uomo farebbe in certe condizioni, benché di fatto non lo faccia, perché le condizioni non si verificano. Forse gli abitanti di Cheila hanno paura di Saul perché sanno cosa è capitato ai sacerdoti e alla gente di Nob per avere ospitato Davide, ma il loro è un gesto vile. 


23,13-14. Davide lascia Cheila e va via, perché vuole salvare la città dalle rappresaglie di Saul. Con lui ci sono seicento uomini, nel capitolo 22 sono quattrocento. Non sorprende più che Davide debba fuggire per salvarsi la vita, né sorprende che Saul insegua Davide di continuo per ucciderlo. Davide conosce molto bene le colline di Giuda, dove ha pascolato il suo gregge prima di stare alla corte di Saul come musicista. La fuga di Davide è possibile solo perché il Signore interviene in suo favore: “Ma Dio non glielo diede nelle mani”. Il suo futuro e la sua vita non sono nelle mani di Saul.


23,15-18. Davide si ritira nel deserto di Zif, al confine d’Israele. Gionata visita Davide. È l’ultima volta che Gionata compare nella vita di Davide. Vi è qui una certa ironia: il nemico Saul non riesce a localizzare Davide, l’amico Gionata invece lo trova facilmente. I due rinnovano l’amicizia e fanno un patto. Gionata rassicura Davide: “Non temere”, “Tu riuscirai”; conferma la legittimità del trono di Davide. Chiede di prendere il secondo posto dopo il re, ma non ha la minima idea del destino che lo attende: cadrà sul campo di battaglia prima che Davide salga al trono (31,6).


23,19-28. Gli Zifei sono pronti ad aiutare Saul contro Davide. Vili e traditori anche essi. Davide lo sa e scappa nel deserto di Maon. Va a En-Ghedi, a nord di Masada, sul Mar Morto. Saul lo insegue ma viene richiamato per difendere Israele contro un attacco dei filistei.  Quando tutto sembra fatto, arriva la notizia che i filistei invadono il paese. Davide è salvo grazie all’incursione dei filistei, o è forse Dio che suscita i filistei per non dare Davide nelle mani di Saul?

Paolo Mirabelli

13 maggio 2021

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“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

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