Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Chi? Ogni giorno portano centinaia o migliaia di persone morte al cimitero. Ricco o povero, colto o ignorante, famoso o sconosciuto, giovane o anziano, maschio o femmina, non importa chi era, come si chiamava, dove abitava, quanti anni aveva, una volta morto, il cimitero è la dimora dei morti, è il luogo dove viene portato un morto. Questa volta però al cimitero viene portato Gesù il Cristo, colui che dice di essere il Figlio di Dio. Ecco allora che la notizia diventa provocatoriamente nel titolo di un articolo letto recentemente: “Hanno portato Dio al cimitero”.


Dopo la morte in croce, anche la salma senza vita di Gesù viene portata via per essere sepolta in una tomba nuova scavata nella roccia. Meravigliato che Gesù fosse morto così presto, Pilato, dopo avere chiesto conferma dell’avvenuto decesso al centurione romano, concede a Giuseppe d’Arimatea, che ne aveva fatto richiesta, il corpo senza vita di Gesù. Il verbo greco che le nostre Bibbie traducono “concedere” (Marco 15, 45) è letteralmente “regalare” (doreomai). I cristiani conoscono bene questa parola, perché appartiene a quei vocaboli che significano “dono”. Pilato, dunque, dona (regala) il corpo morto di Gesù per essere sepolto. E Giuseppe e gli altri con lui lo portano al cimitero. C’era anche Nicodemo, quello che venne a Gesù di notte. Sembra che almeno la morte di Gesù abbia spinto i discepoli occulti e vanire alla luce, a farsi avanti.


La scena della sepoltura di Gesù è ricordata da tutti gli evangelisti. C’è una abbondanza di elementi storici. Da Marco sappiamo che il giorno della morte di Gesù era “la paraskeue (parasceve, il giorno della preparazione), cioè la vigilia del sabato”. Giuseppe di Arimatea, ottenuta l’autorizzazione di Pilato, si reca al Golgota e, con l’aiuto di Nicodemo, toglie il corpo di Gesù dalla croce, lo avvolge in bende intrise di aromi, “come era usanza di seppellire presso i giudei”, e lo porta per la sepoltura. Per seppellire Gesù in fretta, a causa dell’inizio della festa, trasportano il corpo nei pressi del Calvario, in un orto, “in un sepolcro nuovo in cui nessuno era ancora stato posto”. La sepoltura in un sepolcro di un ricco e la quantità enorme di aromi usata per imbalsamare richiamano l’Antico Testamento. Un funerale di tutto riguardo: la tomba nuova di un ricco, profumi, fiori (se non quelli della gente, di certo quelli della primavera; siamo infatti nel periodo di Pasqua, nel pieno della fioritura). I vangeli non riferiscono particolari avvenimenti dalla sera del giorno della morte all’alba della domenica mattina. Tutto, per ora, si conclude con quella grossa pietra rotolata all’apertura del sepolcro e con le guardie che vegliano che nessuno vada a trafugare il corpo morto di Gesù.


Non c’è più nulla da temere dal profeta morto. Una grossa pietra è posta all’imboccatura. Di là della pietra c’è la morte, di qua c’è la vita; di là c’è il silenzio di Dio e degli uomini, di qua il chiacchierio della gente. Nessuno però riflette sul fatto che scesa la sera, con il venire della notte, cala anche il buio sull’umanità, perché la speranza si infrange davanti a quella grossa pietra (la morte), che né le donne né nessuno potrà mai togliere. Quella notte è la notte più lunga e più buia dell’umanità.


La notizia fa immediatamente il giro del paese: “Lo hanno portato al cimitero”. “Hanno portato Dio al cimitero, Dio è sepolto in un sepolcro”, come dice provocatoriamente quel testo. Certo fa comodo a molti la “morte di Dio”. Un Dio vivente e vero è troppo per l’uomo adulto del nostro tempo. È troppo impegnativo. L’uomo vuole essere libero e non rendere conto a nessuno del suo agire. Nel sepolcro anche Dio diventa innocuo; ha finito di disturbare. Quelli che durante la crocifissione hanno gridato: “Vediamo se è capace di scendere dalla croce”, sono gli stessi che ora dicono: “Vediamo se è capace di uscire dal sepolcro”. Dio è solo un ricordo del passato, magari un rimpianto per alcuni, ma niente di più. Tra noi e lui c’è quella grossa pietra, quel monumento che gli hanno costruito. La sua ricca tomba sembra uno scrigno o una cassaforte che nasconde e custodisce ciò che si pensava fosse un tesoro. Cosa ti aspetti di trovare in un cimitero? Cosa speri che ci sia in una tomba? La morte, soltanto la morte; i morti, e nient’altro.


E invece. L’alba di un nuovo giorno è arrivata per l’umanità. Quella tomba che custodiva un morto, ora è abitata dalla vita, dagli angeli di Dio, “seduti uno a capo e l’altro ai piedi, là dov’era giaciuto il corpo di Gesù”. Il lenzuolo bianco che avvolgeva il suo corpo morto, diventa ora il vestito bianco delle nozze per la sua sposa. La grossa pietra è stata schiantata, dal basso verso l’alto, proprio nel momento in cui il sole si levava. La tomba è vuota, perché il Signore è veramente risorto.

Paolo Mirabelli

31 marzo 2021

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“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

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