Ciao PAOLO, oggi ti vogliamo scrivere un’email un po’ diversa da quelle che ricevi di solito. Lo facciamo per condividere una riflessione su questi giorni strani che stiamo affrontando. Chi, tra di noi, avrebbe potuto immaginare, solo un mese fa, che ci saremmo trovati in questa situazione? Eppure l’emergenza, a ben vedere, era in arrivo, solo che ancora la consideravamo lontana e veniva digerita nel flusso costante ed ininterrotto delle informazioni quotidiane. Ma il contagio si diffonde con una logica esponenziale e, una volta arrivato, sono bastati pochissimi giorni a far sì che portasse, si potrebbe dire, un po’ di equità, accomunando così le sorti di tutti noi.
È difficile capire di cosa stiamo veramente parlando, perché un virus non è qualcosa che vedi. Eppure le sue conseguenze, quelle sì, si vedono: le scuole sono chiuse, le autorità ci dicono di stare a casa il più possibile e, purtroppo, soprattutto ci sono le storie delle persone che stanno male o di quelle che rimangono senza lavoro. Tuttavia, il pericolo più grande è quello di farci travolgere dall’emotività e dalla paura, che pure è legittima, ma che non ci fa guardare le cose con lucidità. In questo momento, invece, individualmente e collettivamente, dobbiamo dimostrare di saper affrontare le difficoltà, di saper sopportare le tutto sommato piccole limitazioni alle nostre libertà. Molti di noi stanno lavorando da casa e così hanno anche l’occasione di stare di più con la propria famiglia. Per tutti vale il significato di crisi come opportunità di cambiamento: possiamo approfittare di questo momento per riflettere sulle nostre scelte di vita, studiare per il prossimo esame, prepararci per quello che ci attenderà una volta che questa emergenza sarà rientrata. Perché sì, la vita andrà avanti e solo se oggi diamo il massimo come persone, ciascuna nella propria individualità, domani tutti insieme potremo guardarci indietro, senza rimorsi né recriminazioni.