“Signore, insegnaci a pregare” (Luca 11,1). Poco prima di questa richiesta da parte dei suoi discepoli, Gesù si era ritirato in disparte per pregare. Gesù era un uomo di preghiera. Come sua buona abitudine, non perdeva occasione per farlo. Gesù è un uomo come noi, uno tra i tanti uomini, ma noi non siamo come lui. Gesù è uomo come noi, ma è anche colui che “era nel principio con Dio, ed era Dio (Giovanni 1,2). Dunque egli stesso è Dio, ma come uomo tra gli uomini egli confida in Colui che lo ha mandato: cioè nel Padre suo. Gesù prega il Padre perché le sue opere e il suo insegnamento trovino del continuo la sua approvazione e il dovuto riconoscimento tra gli uomini. Gesù prega il Padre affinché il Padre conceda grazia a tutti gli uomini. Difatti l'opera di Gesù e le sue preghiere sono una intercessione a favore degli uomini, di tutti gli uomini, cioè di quanti credono in lui, per come sta scritto: "Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro" (Ebrei 7,25). Gesù prega chiamando Dio “Padre”. Gesù così insegna ai suoi discepoli a chiamare Dio “Padre nostro”, e fa conoscere Dio come un Padre buono che vuole il bene degli uomini.
Gesù invita tutti a confidare pienamente in lui: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa. Qual è l'uomo tra di voi, il quale, se il figlio gli chiede un pane, gli dia una pietra? Oppure se gli chiede un pesce, gli dia un serpente? Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro, che è nei cieli, darà cose buone a quelli che gliene domandano”.
Gesù ci insegna a pregare il Padre di continuo. Preghiamo dunque il Padre nel nome di Gesù, e riponiamo la nostra sorte nel Signore, confidiamo nel Signore, ed egli agirà. (Salmo 37,5).