Un tale chiede a Gesù: “Qual è il più importante di tutti i comandamenti? Gesù rispose: il primo è: Ascolta Israele, il Signore il nostro Dio, è l'unico Signore, ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua”. (Marco 12,28-30). La risposta di Gesù è un comandamento già conosciuto a tutto il popolo d’Israele e non dà spazio a possibili interpretazioni umane. Dio vuole il meglio di noi tutti. L’amore per Dio deve occupare il posto preminente e assoluto tra gli interessi della vita, perché Dio non si accontenta di un secondo posto. Egli è il Re dei re. Dio dunque va rispettato e amato a costo di qualsiasi rinuncia, dovesse costare la rinuncia a qualsiasi bene, rinunciare all’amore dei familiari e perfino essere disposti alla rinuncia di se stessi. Dio innanzitutto!
Le sacre scritture in molte maniere richiamano la nostra attenzione in questo, proprio perché il Signore sa che altri "signori" e diversi altri "fattori", che sono di fatto idoli, ci distraggono e ci allontanano dal vero Dio. Gesù difatti ribadisce ancora una volta le parole del profeta Isaia verso coloro che dicono di onorare ed amare il Signore: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me” (Matteo 15,8). Gesù sta dicendo: questa gente mi onora "solo" a parole! Questo atteggiamento, peraltro, è stato già contestato al popolo d’Israele, secoli prima, al tempo del profeta Isaia.
Il Signore non si accontenta del secondo posto e non gradisce le nostre "mezze misure", il nostro impegno parziale, i nostri dubbi, il nostro essere tiepidi. “Tu non sei né freddo né fervente...così, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente io ti vomiterò dalla mia bocca". Così sta scritto in Apocalisse 3,15-16.
Il Signore vuole tutto da noi. Ogni aspetto, che riguarda noi, lo riguarda: il nostro cuore, l’anima, la mente, la forza.