Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

È uno dei racconti più noti di tutto il libro. Gli insegnamenti di questa storia sono numerosi: basti pensare al fatto che la prostituta di nome Raab, di cui si parla in questo racconto, compare nella genealogia di Gesù Cristo, riportata dal vangelo di Matteo (1,5), e il suo esempio di fede viene citato nell’epistola agli Ebrei (11,31) e nella lettera di Giacomo (2,25). Il racconto si compone di diverse scene, ma per motivi di studio abbiamo articolato il capitolo in tre parti: l’incontro tra Raab e le spie (2,1-7); la confessione di fede di Raab e la richiesta di salvezza per la sua famiglia (2,8-11); il patto tra Raab e le spie e la fuga da Gerico (2,12-24). Già da questa introduzione emerge la figura di una donna pagana protagonista della sua vita e, soprattutto, timorata di Dio.


Le spie e Raab (2,1-7). Il popolo d’Israele si trova a Sittim, e Giosuè manda due spie a esplorare la città di Gerico, prima della conquista. A Gerico avviene l’incontro con una prostituta di nome Raab. Sin dai tempi antichi si è cercato di presentare Raab non come prostituta, bensì come locandiera, o commerciante, poiché il termine “prostituta” in ebraico è zonah e per le merci si usa zwn. Così la descrive lo storico ed esegeta ebreo Giuseppe Falvio nelle Antichità giudaiche. Ma il vocabolo usato dalla Settanta e le due citazioni neotestamentarie di cui sopra non lasciano dubbi in merito: Raab era una prostituta. Una certa critica moderna invece ha derubricato questa storia a “riflessione sapienziale” sull’epopea della conquista, e vede questo racconto come una giustificazione della prostituzione, per le allusioni sessuali dei vocaboli “aprire e entrare”, fatta per necessità (pagare debiti e mantenere la sua famiglia), e considera le due spie dei clienti sessuali. Nel testo biblico non c’è nulla che giustifichi questo tipo di esegesi. C’è pure chi sostiene che Raab fosse una prostituta sacra, ma il testo biblico parla di una comune prostituta. Raab riesce a salvare gli uomini mandati da Giosuè, nascondendoli sulla terrazza di casa sua, sotto gli steli di lino (che serviva a fare dei vestiti), inducendo il re e gli abitanti di Gerico a credere che le spie erano state da lei ma poi erano scappate. Anche qui si discute molto sulle bugie dette da Raab. Si possono dire bugie a fin di bene? Non sono queste le domande che il testo solleva. Il racconto non intende dare un giudizio morale sulle cose dette da Raab, ma riferire quanto è accaduto. Va detto che il Nuovo Testamento esalta la fede di Raab, non certo le sue bugie, né tantomeno la sua vita di prostituta.


Raab confessa Dio e chiede salvezza per la sua famiglia (2,8-11). La confessione di fede di Raab è il climax del racconto. La Bibbia ci ha abituati a pagani, uomini e donne, che confessano il Dio di Israele. Raab non è stata testimone delle opere di Dio, ma lei dice di aver “udito come il Signore asciugò il Mar Rosso e quello che fece ai re degli Amorei”. La fede nasce dall’udire, scrive Paolo ai Romani (10,17). Che cosa confessa Raab? Che cosa sa (“Io so”) di Dio? Primo: che Dio ha dato la terra di Canaan a Israele. Secondo: che le popolazioni cananee sono spaventate e hanno perso coraggio di fronte al popolo d’Israele, accampato di là dal Giordano. Terzo: che la notizia delle opere potenti compiute da Dio si è sparsa ovunque ed è arrivata fino a Canaan. Quarto: che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra. In queste parole c’è un riassunto delle promesse di Dio a Israele, che ora si realizzano. L’atteggiamento e le parole di Raab fanno da contrasto al rapporto delle dieci spie inviate da Mosè, a Cades-Barnea (Numeri 13,31).


Il patto tra Raab e le spie, e la fuga da Gerico (2,12-24). Dopo aver confessato Dio, Raab fa un patto con le due spie e chiede la salvezza della sua famiglia: padre, madre, fratelli, sorelle e tutto ciò che le appartiene. Raab chiede che la sua famiglia sia trattata con bontà (hesed). Le spie accettano il patto di Raab e la invitano a mantenerlo segreto. Per calare le spie dalle mura e farle scappare, Raab si serve di una cordicella di color rosso, che sarà il segno che salverà la sua famiglia durante la caduta di Gerico. Le due spie tornano da Giosuè a riferire ogni cosa.


“Postero die”: una riflessione conclusiva. Quando le mura di Gerico crolleranno, l’unica casa che resterà intatta sarà quella di Raab, eppure costruita sulle mura, non in campagna; l’unica casa che si salverà sarà quella dove penderà la cordicella rossa. Raab è una pagana e una prostituta, eppure la sua fede la rende un esempio. Questa storia fa pensare alla pasqua ebraica e al sangue dell’agnello, fa pensare alla croce di Cristo. Prendendo a prestito un’espressione evangelica, “le prostitute vanno innanzi a voi nel regno dei cieli”, Raab è una prostituta che ha salva la vita perché si arrende a Dio.

Paolo Mirabelli

14 marzo 2019

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“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

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