Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Nel libro del Cantico dei Cantici di Salomone, la giovane donna Sulamita, scura ma bella, da sposa rivolge queste parole all’amato suo: Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato l’amato nel mio cuore; l’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi alzerò e farò il giro della città; per le strade e per le piazze; voglio cercare l’amato del mio cuore. L’ho cercato, ma non l’ho trovato. (Cantico dei Cantici 3,1-2). Per ben due volte la giovane ripete di averlo cercato ma non l’ha trovato. Il Cantico è un poema biblico al cui centro vi è l’amore tra un uomo e una donna, un amante e la sua amata. Il libro non ha propriamente una storia, che facilita la lettura, ma racconta l’amore.  È l’amore tra un lui e una lei, che si amano liberamente, con sensualità e passione. Lui è l’amante, l’amato, l’amico, l’atteso. Lei è l’amata, l’amica. Lui è cercato da lei. Lei è desiderata da lui. Sono due persone libere, che si amano e si danno l’uno all’altra in maniera intensa.


Parole come queste del Cantico hanno sempre imbarazzato i credenti e lettori biblici, ebrei e cristiani, pensando che la Bibbia non potesse parlare dell’amore tra un uomo e una donna così apertamente. Addirittura c’era chi, quasi scandalizzato, si domandava come fosse possibile che un libro del genere fosse finito nel canone biblico. E allora si è preferita a quella letterale la lettura simbolica o figurata del Cantico: il libro parla dell’amore tra Dio e Israele, secondo gli antichi ebrei; il libro parla dell’amore tra Cristo e la chiesa, secondo i cristiani. Oggi la lettura che vede cantato l’amore tra un uomo e una donna domina quasi tutta l’esegesi biblica. Tuttavia, la lettura figurata non è del tutto scomparsa. I lezionari citano dei brani del Cantico nel periodo pasquale, dopo la risurrezione di Gesù, nelle settimane in cui si evidenziano le apparizioni del Risorto. Paradigmatico è il racconto nell’orto del sepolcro vuoto, quando Maria di Magdala va in cerca del corpo di Gesù che ritiene scomparso o trafugato. Secondo il racconto giovanneo, Maria Maddalena, dopo che i due discepoli visitato il sepolcro vuoto tornano a casa, resta nel giardino a cercare il corpo di Gesù. E proprio al Cristo risorto che le parla, ma che non riconosce perché pensa che sia l’ortolano, lei dice: “Hanno tolto il mio Signore, e non so dove l’abbiano posto” (Giovanni 20,13). Gesù allora la chiama per nome, e Maria lo riconosce, esclamando: “Rabbunì!” (20,16).


Certamente non fa problema commentare brandi del Cantico dei Cantici in modo simbolico per parlare dell’amore tra il Cristo risorto e i suoi discepoli. Alcuni però hanno speculato sul rapporto d’amore tra Gesù e la Maddalena, ritenuta a torto una prostituta, prima di diventare discepola, cosa che i vangeli non dicono. Altre letture delle parole del Cantico possono essere ricordate o almeno menzionate: alcune interessanti, altre meno, se non addirittura discutibili e infondate. Dopo Dionigi l’Areopagita, passando per Giovanni della Croce e i mistici del nord, la mistica, attingendo al libro dei Cantici, ha spiegato l’unione tra l’anima e il Figlio di Dio in termini di “matrimonio” spirituale o mistico, che si raggiunge solo dopo esser passati per una notte oscura e la percezione dell’assenza di Dio.  Alcuni teologi moderni invece vedono in queste parole (L’ho cercato, ma non l’ho trovato) la ricerca di Dio, o comunque della dimensione trascendente, da parte dell’anima umana. Commentando queste parole del Cantico, c’è chi parla di un dinamismo della ricerca di Dio che opera anche quando non lo si trova. Se si dà voce a tale dinamismo, visto già come la grazia dello Spirito Santo, il dito dello Spirito Santo che scrive la lettera di Dio negli esseri viventi, l’uomo entra  a conoscere meglio il mistero di Dio. Quando arriva a comprendere qualcosa di questo mistero, che è amore, egli non si stupisce più scoprendo che Dio talora si nasconde all’uomo per acuire nel suo cuore il desiderio di cercarlo e dargli la gioia di ritrovarlo. Un autore ateo, che ha intitolato il suo libro servendosi proprio delle parole del Cantico (L’ho cercato, ma non l’ho trovato) nella versione latina, racconta della sua ricerca di Dio e afferma di non essere riuscito razionalmente a trovare Dio. Il libro di André Frossard, Dio esiste, io l’ho incontrato, in cui l’autore (credente) racconta la sua conversione, potrebbe fungere da contrappeso al precedente.


Le parole del Cantico e l’episodio di Maria mi inducono a fare una breve riflessione conclusiva. Sia la Sulamita sia Maria di Magdala cercano ma non trovano la persona cercata. Il primo, l’amato, ha bisogno di essere ricercato meglio “nella città, per le piazze e per le strade”. Il secondo, il Risorto, lo si cerca nei vangeli e lo si trova nella fede.

Paolo Mirabelli

05 aprile 2018

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.