Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Io mi accingo a scrivere queste lezioni sulla Spiritualità con lo stesso stato d'animo con il quale Tertulliano si accinse a scrivere la sua opera sulla pazienza. Egli disse, infatti, di sentirsi il meno adatto a scrivere intorno alla pazienza, dal momento che egli ne aveva così poca (io vedo, però ch'egli scrisse il suo trattato ugualmente, nonostante ciò, e questo mi incoraggia a fare altrettanto).


Permettetemi di dire, innanzitutto, che noi non abbiamo completata la restaurazione della chiesa del Nuovo Testamento. C'è ancora molto da restaurare, particolarmente per quanto concerne la necessità del ritorno all'enfasi neotestamentaria sulla crescita spirituale. Il cancro può essere tagliato con un'operazione, e talvolta anche curato con esito felice, ma per far ciò è necessaria una precoce scoperta dei suoi sintomi. Se non viene prestata alcuna attenzione ai suoi sintomi, il cancro produce la morte. Questo è altrettanto vero della chiesa in senso spirituale. Se noi non facciamo caso ai sintomi della nostra mancanza di crescita spirituale, essi ci condurranno anche alla nostra morte spirituale (Romani 8: 4-11). Permettetemi di richiamare la vostra attenzione su alcuni segni ovvi della nostra mancanza di crescita spirituale.


Capitolo 1: Segni di mancanza di spiritualità



  1. Mancanza dello studio della Bibbia. a) Confidenza in una corrente di pensiero o in un giornale. In altre parole, affidare a qualcuno altro il compito di pensare e studiare per noi. b) Purtroppo anche nella chiesa di Cristo abbiamo accettato, nel complesso, un'eredità che non ci siamo presi il tempo di studiare e di documentare, se non occasionalmente, spinti dalla controversia o dall'opposizione.

  2. Osservanza della forma (Matteo 23:23). a) 2 Timoteo 3:5 dovrebbe essere applicato a noi stessi prima di tutti, e poi agli altri. b) Il nostro culto e la nostra opera non saranno accettati se essi sono soltanto forma" (Giovanni 4:24). c) Talvolta sembra evidente che parti del nostro culto sono "declamate" con poca o nessuna reale intenzione di adorare e glorificare Dio, come dimostra un recente esperimento compiuto dall'autore di queste lezioni.

  3. Insufficienza o mancanza del culto individuale. a) Noi siamo pervenuti a concepire il culto come il tempo in cui la chiesa è radunata assieme, e abbiamo dimenticato che c'è pure un culto privato, con cui l'uomo di Dio comunica da solo con il Padre Celeste, in qualunque ora della giornata o della notte. Il culto della chiesa riunita non sostituisce e non può sostituire il culto privato giornaliero del singolo cristiano.

  4. Insufficienza o mancanza del sentimento di responsabilità personale nel portare a Cristo i perduti. a) È ora che smettiamo di pensare alla grande missione ("andate") come una cosa riguardante solo gli altri. Se noi non andiamo a predicare, chi andrà? b) Dobbiamo applicare a noi stessi il messaggio di Amos 6 e riconoscere che noi ce ne stiamo comodi in Sion; sperimenteremo l'ira di Dio per il nostro disinteresse, se non cambiamo in tempo attitudine. c) Ci volle una persecuzione per smuovere i membri dell'antica chiesa fuori di Gerusalemme. Noi abbiamo bisogno di un movimento rigoglioso per la evangelizzazione del mondo. Aspettiamo forse una persecuzione per incominciare?

  5. Mancanza nel ricercare prima il Regno dei cieli. a) Il Cristianesimo non è quella influenza dominante che potrebbe e dovrebbe essere nel mondo, e ciò perché troppi cosiddetti cristiani sembrano avere una religione per così dire periferica, una religione cioè presa dopo ogni altra cosa. Ma il Regno dei cieli deve venire prima, o mai (Matteo 6: 24-34).

  6. Mancanza nel dare il meglio a Dio. a) Noi siamo pronti a dare qualche cosa, ma non il meglio. Siamo pronti a dare qualcosa, ma non noi stessi. Dobbiamo riconoscere che nessun dono è accettevole a Dio se esso non rappresenta il meglio che abbiamo da offrire (Malachia 1:6-8; 3:8), e se prima non abbiamo dato noi stessi a Dio (2 Corinzi 8:1-5).

  7. L'esser seguaci dei predicatori. a) Ci sono dei membri di chiesa che andrebbero mille miglia lontano per ascoltare il loro predicatore "preferito", ma che non girerebbero l'angolo della casa per ascoltare il predicatore locale della congregazione locale. È evidente che talvolta molti lasciano che sia il predicatore a pensare e a studiare per essi. Permettetemi di ricordare che lo scopo di Dio nel mandare degli uomini a predicare non fu quello di incaricare loro di pensare al posto nostro, ma fu invece quello di incaricarli a stimolarci affinché studiassimo e pensassimo da noi stessi (Atti 17: 11).

  8. Confidenza nelle cose materiali. a) Sembrerebbe che noi abbiamo posto la nostra confidenza negli edifici belli, nelle comunità numerose, negli oratori eloquenti, ecc. Ora, non voglio dire che sia sbagliato desiderare degli edifici adeguati, ma voglio soltanto suggerire che se noi pensiamo che la nostra congregazione vada avanti bene soltanto perché abbiamo un bel locale, o un buon oratore o un grande numero di membri, allora noi riponiamo la nostra confidenza (fiducia) su degli standard falsi che finiranno per metterci nei guai. Noi dobbiamo invece porre enfasi sulla purezza dottrinale, e sulla PRATICA di ciò che Dio ha ordinato alla Sua Chiesa di dover fare (Marco 16:15-16; Filippesi 2:12-16; Giacomo 1:27).


Fratelli, ciascuno di noi esamini se stesso (anche alla luce dei succitati sintomi di mancanza di spiritualità), facendo quei cambiamenti che sono necessari per il bene della propria anima. (Firenze, 6 maggio 1962)

Carlo Mitchell

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Non basta possedere la Bibbia: bisogna leggerla. Non basta leggere la Bibbia: bisogna comprenderla. Non basta comprendere la Bibbia: bisogna viverla.

“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

Trova il tempo per pensare; trova il tempo per dare; trova il tempo per amare; trova il tempo per essere felice. La vita è troppo breve per essere sprecata. Trova il tempo per credere; trova il tempo per pregare; trova il tempo per leggere la Bibbia. Trova il tempo per Dio; trova il tempo per essere un discepolo di Gesù.