Un uomo trovò Giuseppe che andava errando per i campi e lo interrogò, dicendo: Che cerchi? Giuseppe rispose: Cerco i miei fratelli (Genesi 37,15-16). “Cerco i miei fratelli”, è il titolo di un capolavoro di un romanziere moderno, Thomas Mann, che si è ispirato proprio alle parole del libro della Genesi. Non è il romanzo che qui ci interessa, bensì le parole di Giuseppe allo sconosciuto. La fratellanza è uno dei temi più importanti della Bibbia: un tema presente e caro al libro della Genesi, il libro delle origini. Spesso i racconti della Genesi riguardano dei fratelli: Caino e Abele, Giacobbe ed Esaù, Giuseppe e i suoi fratelli, solo per citare i più noti.
La storia umana inizia con una fratellanza perduta e spezzata dall’odio: Caino uccide suo fratello Abele (Genesi 4). L’odio (e l’invidia) uccide i fratelli. Per questo Dio chiede a Caino di dominare il peccato, prima che il peccato domini Caino. I primi capitoli della Genesi mostrano come il peccato, entrato nel mondo, si è esteso fino ad intaccare persino gli affetti più cari della vita umana, fino a distruggere le famiglie. Come un elefante in un negozio di porcellana, il peccato lascia rovina e distruzione dovunque passa. Il peccato, dice il libro della Genesi, si estese su tutti gli uomini e interessò l’uomo intero. Possiamo cogliere in queste parole non solo un senso geografico, un senso di estensione del peccato, ma anche di profondità: il peccato danneggia l’uomo fino in profondità: inganna il cuore, imbroglia la mente, distrugge perfino i sentimenti e gli affetti più nobili e cari, fa odiare i fratelli e persino il padre e la madre.
La storia di Giuseppe, alcuni lo chiamano “Giuseppe l’egiziano”, è di tipo sapienziale: essa mostra come Dio, il Signore, guida i passi dell’uomo, salva l’innocente, converte il male in bene. È una storia di trasformazione articolata in tre momenti: la pace familiare, la crisi e l’odio, la riconciliazione. È una storia a lieto fine. È una delle storie, assieme a quella di Mosè, che leggo con piacere, che ho sempre amato e che mi commuove. Giuseppe mi ricorda Gesù; egli è il tipo di Gesù, anche se nella Bibbia non è mai detto esplicitamente. La famiglia di Giuseppe è una famiglia in cui regna la pace; una famiglia unita; ma l’odio e l’invidia spezzano tutto e rovinano ogni cosa. Il motivo dell’odio dei fratelli? La preferenza del padre, il vecchio Giacobbe, e i sogni di Giuseppe. I fratelli non sapevano che dietro quelle visioni c’era la mano di Dio il Signore.
“Cerco i miei fratelli”, disse Giuseppe allo sconosciuto. Egli non sapeva che invece dei fratelli avrebbe trovato dei nemici. La storia di Giuseppe che cerca i suoi fratelli si conclude con la riconciliazione in Egitto. Giuseppe solo alla fine ritrova i suoi fratelli, quando la forza del perdono vince sull’odio.