"Perché se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche voi; ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe". (Matteo 6,14). È questo l'insegnamento di Gesù in aggiunta alla preghiera che tutti noi conosciamo: "Padre nostro che sei nei cieli". "Perché se voi perdonate" mette in relazione la nostra richiesta al Padre di perdono con il perdono che noi dobbiamo al nostro prossimo: "Rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori". Se abbiamo chiesto a Dio di rimetterci i nostri peccati, non possiamo imputare il peccato del nostro prossimo, chiunque esso sia, il fratello o la sorella in fede, e perfino chi si è comportato da nostro nemico. Se riconosciamo di avere bisogno di Gesù Cristo come nostro Salvatore è perché abbiamo offeso Dio e abbiamo un grande debito con Dio, siamo dunque chiamati a sdebitarci dando perdono e amore al nostro prossimo. Se Dio è pronto a rimetterci "il nostro debito" noi perdoniamo allo stesso modo, perdoniamo perché il nostro amore per il prossimo non sia contaminato dal risentimento e dal rancore e perché questi non ci tengano ancora incatenati e schiavi del peccato.
Il perdono di Dio ci ha liberati e ci ha dato la dignità di essere riconosciuti come figli di Dio. Mentre la mancanza di perdono è una catena che ci tiene legati in una comune schiavitù. Sapere perdonare ci rende partecipi della natura di Dio, perché Dio perdona, Dio è misericordioso. Gesù a tal proposito racconta la parabola del servo malvagio che troviamo nello stesso vangelo di Matteo al capitolo 18, nei versetti 23-35. In questo racconto si narra di un servitore che ha un debito altissimo con il suo padrone, un debito che mai potrà estinguere, ma è stato condonato per la compassione e la generosità del suo signore; e questo è l'atteggiamento di Dio verso tutti noi. Ma quando un suo conservo, un suo simile, ha un debito nei suoi confronti, un debito comunque di poco conto, egli pretende il risarcimento andando dal giudice, portando alla miseria il suo conservo e la famiglia. Noi esseri umani "dal cuore di pietra" così pretendiamo di soddisfare il nostro diritto e di appagare il nostro senso di giustizia, dimenticando la misericordia e la meravigliosa giustizia di Dio. L'uomo purtroppo può arrivare ad essere spietato, pur di soddisfare l'umano senso di giustizia! Mentre l'amore e la giustizia di Dio si elevano al di sopra della nostra umana comprensione.
Nessuna mente umana può percepire la sapienza e la giustizia di Dio, perché sta scritto che "se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria"; così scrive l'apostolo Paolo (1 Corinzi 2,8). Ma Gesù, il Signore della gloria, non ha esitato a salire su quella croce pregando: "Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno". (Luca 23,34). Amen!