Un giorno Dio si rallegrava e si compiaceva più del solito nel vedere quello che aveva creato. Osservava l’universo con i mondi e le galassie, e i venti stellari sfioravano la sua lunga barba bianca accompagnati da rumori provenienti da lontanissime costellazioni che finivano per rimbombare nelle sue orecchie. Le stelle nel firmamento brillavano dando significato all’infinito. Mentre ammirava tutto ciò, uno stuolo di angeli gli passò davanti agli occhi ed Egli istintivamente abbassò le palpebre, ma così facendo gli angeli caddero rovinosamente. Poveri angioletti, poco tempo prima si trovavano a lodare il Creatore rincorrendosi tra le stelle ed ora si trovavano su di un pianeta a forma di grossa pera! “Che luogo è questo?”, chiesero gli angeli a Dio. “E’ la Terra”, rispose il Creatore. “Dacci una mano per risalire”, chiesero in coro le creature, “perché possiamo ritornare in cielo”. Dopo una pausa di attesa (secondo i tempi di Dio), Egli rispose: “No! Quanto è accaduto non è avvenuto per puro caso. Da molti secoli odo il lamento dei miei figli e mai hanno permesso che rispondessi loro. Diverse volte mandai dei profeti, ma non tutti li ascoltarono. Forse ora ascolteranno voi, dopo quello che hanno passato e passano seguendo falsi dei. Andate creature celesti, amate con il cuore, cantate inni di gioia, mischiatevi tra i popoli in ogni luogo della terra e quando avrete compiuto la missione, allora ritornerete e faremo una grande festa nel mio Regno”. Da allora tutti gli angeli, felici di quanto si apprestavano a compiere per il bene degli uomini, se ne vanno in giro a toccare i cuori della gente e gioiscono quando un’anima trova l’amore. Ma la cosa più sorprendente era che, toccando i cuori, scoprirono che molti di essi erano … angeli che urtando il capo nella caduta avevano perduto la memoria. E la missione continua anche se ancora ci sono molti angeli smemorati, che magari a sera, seduti sul davanzale della propria casa, guardano il cielo stellato in attesa di un significato scritto nel loro cuore. Se solo si guardassero “dentro”!