"La mattina del primo giorno della settimana, molto presto, vennero al sepolcro al levar del sole, e dicevano tra di loro:" Chi ci rotolerà la pietra dall'apertura del sepolcro? Ma alzati gli occhi, videro che la pietra era stata rotolata ". (Marco 16,2-4). Tre donne, discepole di Gesù, vanno al sepolcro con i loro aromi per ungere il suo corpo, è il terzo giorno da che Egli è morto e posto nella tomba, ma giunte nel luogo vedono il sepolcro aperto. Ed ecco è avvenuto esattamente come Gesù aveva più volte predetto; leggiamo cosa dice l'Evangelo di Luca nel brano dal titolo: "Gesù predice per la terza volta la sua passione". "Poi prese con sé i dodici e disse loro: Ecco noi saliamo a Gerusalemme, e saranno compiute riguardo al Figlio dell'uomo tutte le cose scritte dai profeti; perché egli sarà consegnato ai pagani, e sarà schernito e oltraggiato e gli sputeranno addosso; e dopo averlo flagellato, lo uccideranno; ma il terzo giorno risusciterà. Ed essi non capirono nulla di tutto questo; quel discorso era per loro oscuro e non capivano ciò che Gesù voleva dire". (Luca 18,31-34). Gli stessi discepoli di Gesù, i dodici, non capivano le cose scritte dai profeti; cose che lo stesso Gesù insegna ancora una volta. L'Evangelo di Giovanni racconta che una delle tre donne, Maria Maddalena, vista la pietra del sepolcro che era stata rotolata, corse via per dare la notizia ai discepoli. Per strada incontrò Pietro e lo stesso Giovanni che scrive e dice loro: "Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'abbiano messo". (Giovanni 20,2). E i due correndo vanno al sepolcro, vedono che è vuoto e rimangono increduli, sbigottiti: "Perché non avevano ancora capito la scrittura, secondo la quale Egli doveva risuscitare dai morti. I discepoli dunque se ne tornarono a casa". (Giovanni 20,9-10). I discepoli, dopo essere andati al sepolcro, tornarono alle loro case con i loro dubbi e le loro domande, ancora senza risposta; essi ancora non intendevano i profeti e ciò che Gesù ha detto ancora una volta pochi giorni prima. Anche le donne che vanno al sepolcro non capiscono, esse vanno al luogo della sepoltura portando con loro gli aromi per ungere il corpo di Gesù. Quando poco dopo Gesù apparirà a Maria le dirà: "Donna perché piangi?" E ai due discepoli di Emmaus: "O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette!" Ed ancora a tutti gli altri, nascosti nella sala di sopra, per timore dei Giudei, i quali sono sconvolti all'apparire di Gesù, perché pensano di vedere un fantasma: "Perché siete turbati? E perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io". (Luca 24,38-39). Non molto tempo dopo Pietro per lo Spirito dirà con assoluta fermezza: "Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò, noi tutti siamo testimoni". (Atti 2,32). Gloria a Dio!
Fanno pensare le parole dette dalle donne, mentre vanno verso il luogo di sepoltura: "Chi ci rotolerà la pietra dall'apertura del sepolcro?". Esse forse sperano nel custode del campo, l'ortolano, in qualche modo le avrebbe aiutate a risolvere il problema. Ma questa domanda merita una più adeguata e profonda risposta. La Scrittura viene in aiuto a questo importante quesito, questa è la grande domanda che riguarda ogni essere umano, e Paolo l'apostolo propone una adeguata risposta: ne parla in modo ampio ed approfondito nella prima lettera che scrive ai cristiani di Corinto al capitolo 15. Qui non è affatto un caso che chiarisce le cose, mettendo in relazione la risurrezione di Cristo Gesù e la risurrezione dei morti: "Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti". (15,20). Dirà Paolo: come è vero che tutti gli uomini sono destinati alla morte perché eredi di Adamo, in Cristo Gesù possiamo essere riportati in vita, risuscitati e dunque essere vittoriosi sulla morte! Al tempo di Paolo, come nel tempo di Gesù, molti dei "credenti" ancora erano increduli, cioè dubitavano su certi insegnamenti, e così succede ancora oggi! C'è difatti delusione nelle parole di Paolo mentre istruisce la chiesa di Corinto: "Ora se si predica che Cristo è stato risuscitato dai morti, come mai alcuni tra voi dicono che non c'è risurrezione dei morti? Ma se non vi è risurrezione dei morti, neppure Cristo è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la nostra fede". Gesù Cristo è la primizia di coloro che risuscitato dai morti! Paolo ancora ricorda loro la grande fede dei martiri i quali hanno testimoniato di attendere una risurrezione e quelli che ancora sono battezzati a causa della loro testimonianza, perciò, la conclusione di Paolo: "Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini "; e, dice ancora Paolo, "Se i morti non risuscitano: Mangiamo e beviamo perché domani morremo". (1 Corinzi 15). Ma così come tutti moriamo perché discendenti di Adamo (perché pecchiamo), così anche in Cristo siamo tutti riportati in vita. Adamo, sta scritto, divenne anima vivente, ma in Gesù è lo Spirito vivificante e come abbiamo portato l'immagine di ciò che è terrestre, così porteremo l'immagine di ciò che è celeste; il corruttibile rivestirà l'incorruttibilità e il mortale rivestirà l'immortalità. Ai cristiani di Tessalonica del suo tempo (ed anche a noi) Paolo scrive: "Fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati. Poiché questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d'arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre con il Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole". (1 Tessalonicesi 4,13-18). Il Signore Gesù realizzi in noi tutte le sue promesse.