"Il giorno seguente, Giovanni (il Battista) era di nuovo là con due dei suoi discepoli; e fissando lo sguardo su Gesù, che passava disse: Ecco l'Agnello di Dio! I suoi due discepoli, avendolo udito parlare seguirono Gesù. Gesù voltatosi, e osservando che lo seguivano, domandò loro: Che cercate? Ed essi gli dissero: Rabbì (che tradotto vuol dire maestro), dove abiti? Egli rispose loro: Venite e vedrete" (Giovanni 1, 35-39). "Venite e vedrete ", l'invito ai due discepoli di Giovanni vuole essere molto di più che un invito di ospitalità e di cortesia, perché chiunque decide di "scoprire dove abita Gesù" trova una verità inaspettata e incredibile. Nicodemo, fariseo e capo dei giudei, interroga Gesù (ritenuto da lui un maestro) in segreto, il quale riceve una rivelazione del tutto inattesa: "Or nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell'uomo che è nel cielo" (Giovanni 3,13). Poiché Gesù è il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo, ciò significa che egli era in cielo prima di discendere in mezzo a noi. Era in cielo perché egli era ed è il Figlio di Dio. Infatti, il Nuovo Testamento afferma la divinità e l'umanità di Gesù Cristo.
Nel primo capitolo di Giovanni, al verso 14, si dice che "Egli ha abitato per un tempo fra noi", dunque è stato fra noi come un uomo comune, come uno di noi, e chi è da Dio confessa e crede che Gesù è venuto in carne. (1Giovanni 4, 1-3). Gesù afferma apertamente ancora ai giudei del suo tempo la sua provenienza dal cielo: "Voi siete di quaggiù; io sono di lassù; voi siete di questo mondo; io non sono di questo mondo" (Giovanni 8,23). Ora Colui che è venuto da Padre è tornato al Padre, è tornato nei cieli. Leggiamo, infatti, in Atti 1,11: "Questo Gesù che è stato portato in cielo di mezzo a voi, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo".
Prima di andare al cielo, però, Gesù ha fatto una grande promessa agli uomini: "Credete in Dio e credere anche in me. Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve lo avrei detto; io vado a prepararvi un luogo. E quando sarò andato e vi avrò preparato il luogo, ritornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi". (Giovanni 14,1-3).
I discepoli del Battista chiesero: “Rabbì, dove abiti?” Noi chiediamo: “Rabbì, dove abiti?” Gesù ci risponde: “Nella casa del Padre mio, e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi”. È una risposta meravigliosa e incredibile del nostro Signore Gesù a tutti i suoi discepoli e a quanti aspettano "l'apparizione del nostro Signore Gesù Cristo ", scrive Paolo a Timoteo (6,14-16); "la quale sarà a suo tempo manifestata dal beato e unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l'immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessun uomo ha visto né può vedere; a Lui siano onore e potenza eterna, amen". Anche noi ci uniamo a questo “amen”.
Parlare del nostro Signore per noi non è semplice. Noi annunciamo solo ciò che ci è stato rivelato, e le nostre parole sono pur sempre limitate; ma con le parole di Paolo (2 Corinzi 5), l’apostolo ispirato, possiamo però dire con certezza che mentre abitiamo nel corpo siamo assenti dal Signore, (camminiamo per fede e non per visione) e desideriamo andare con il Signore.