Bibbiaoggi
Gesù Cristo, la Bibbia, i Cristiani, la Chiesa

Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3,16).

Con questo capitolo inizia la storia della ascesa di Davide, riconosciuto come il “pastore d’Israele” (2 Samuele 5,2). L’unzione di Davide costituisce il contesto teologico e biblico per l’interpretazione di tutti gli eventi che portano Davide al trono. Gli eventi che da ora in poi accadono ricevono la loro approvazione perché Davide è l’eletto del Signore. Gli ostacoli al trono diventano opportunità; nella avversità si trova sostegno. Il Signore è con Davide, perciò niente di ciò che Davide fa può fallire. Il Signore ha abbandonato Saul, perciò nulla di ciò che Saul fa può avere successo. I ritratti dei due sono nettamente in contrasto. Davide ha il suo futuro davanti a lui; Saul invece è in declino. Dopo il rifiuto di Saul, Dio si provvede un nuovo re. Il Signore incarica Samuele di ungere colui che si è scelto e che al momento opportuno gli indica: “Alzati, ungilo, perché è lui!” (16,12). Sia per Saul che per Davide, la scelta non è una casualità storica o uno stratagemma politico, ma è volere di Dio, “mi sono provveduto” (16,1; 9,16). L’unzione domina la storia di Davide, come la benedizione domina la storia di Giacobbe, come il sogno domina la storia di Giuseppe. Lo Spirito del Signore scende su Davide, come era sceso su Saul, ma questa volta appare un diretto esito dell’unzione e un dono dello Spirito destinato a durare da quel giorno in avanti. Per contro, lo Spirito del Signore si ritira da Saul e uno spirito cattivo lo turba. Il giovane pastorello, Davide, viene chiamato alla corte di Saul per scacciare da lui lo spirito maligno quando lo investe. Nessuno, eccetto Davide, sa che l’abile suonatore di cetra è stato segretamente scelto e unto quale successore di Saul. Tuttavia qualcosa di insolito risuona nelle parole del servo che raccomanda Davide: “Il Signore è con lui”. Il nome di Davide è rivelato all’ultimo momento, sebbene sin dall’inizio si alluda già a lui. Il narratore fa attendere il lettore fino all’arrivo di Davide. La storia attende, come Israele ha atteso. Saul è un re tormentato, Davide un musicista. Saul, abbandonato da Dio, soggetto ai dettami di uno spirito cattivo, stravagante ed irrazionale nel comportamento, fa venire Davide, suo rivale e successore, al suo servizio perché gli dia calma e sollievo.


16,1-3. I preparativi per l’entrata in scena di Davide. Non c’è più interesse per Saul. È tempo di un nuovo re. Samuele riceve il mandato di andare da Isai, a Betlemme, nel regno del sud, poiché Dio si è provveduto un re tra i suoi figli. Il nome di Isai richiama la storia di Rut e Boaz. Il corno di bue era il recipiente nel quale si conservava l’olio, sia per gli usi quotidiani sia per consacrare il re e il sacerdote. Samuele teme l’ira di Saul: egli sa che è rischiosa la sua missione di ungere un nuovo re, perché l’ufficio non è vacante. Appare nelle sue parole il carattere sospettoso e vendicativo di Saul. Allora il Signore aggiunge la motivazione del sacrificio, che non è una “clamorosa menzogna”; Dio non fa mentire Samuele, ma combina l’unzione con il sacrificio.


16,4-5. Gli anziani di Betlemme (il villaggio dove nasce Gesù) si meravigliano e temono l’insolita visita del profeta di Dio, sono preoccupati per l’arrivo di Samuele, temono una parola di giudizio. Samuele chiede a tutti di purificarsi, prima di accostarsi a Dio, e convoca la famiglia di Isai.


16,6-13. I figli di Isai sfilano davanti a Samuele. Si usa tre volte l’espressione “non si è scelto”. Ci si attende una scelta. Dopo sette figli, viene l’ottavo, il più giovane, che non ha alcuna credenziale: egli non è in casa, ma è a pascolare le pecore. C’è una affermazione teologica importante: Dio non guarda all’apparenza, ma al cuore. Alla fine Davide arriva: è lui che Israele, Samuele e il lettore hanno atteso. Davide entra nella storia d’Israele non attraverso una scelta umana, per acclamazione popolare, ma per approvazione e iniziativa di Dio. Davide è bello, come Mosè. L’unzione ha luogo. Davide riceve l’unzione passivamente e in silenzio. Lo spirito di Dio viene su di lui. Samuele se ne torna a Rama, e il racconto si sposta alla corte di Saul.


16,14-23. È il malessere di Saul che introduce Davide alla corte, egli non è un intruso e non affretta gli eventi. Il malessere non si può spiegare con cause puramente psicologiche, ma proviene da uno spirito cattivo. La soluzione al malessere è la musica di Davide, che diventa una metafora: Davide è la medicina di Dio per Israele. Il giovane servo presenta le credenziali di Davide: è musicista, forte, valoroso, bello e Dio è con lui. Come fa a conoscerlo così bene? Saul per primo pronuncia il nome di Davide, ma non sa dell’unzione. Il rapporto tra i due è buono. Quando lo spirito cattivo turba Saul, Davide suona l’arpa e lo spirito va via da Saul. Questa è musica di Dio.

Paolo Mirabelli

02 febbraio 2021

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“Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.” (2 Timoteo 3,16-17). “Anima mia, trova riposo in Dio solo, poiché da lui proviene la mia speranza. Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza; egli è il mio rifugio; io non potrò vacillare.” (Salmo 62,5-6).

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